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Il caso

Comparto 32, bufera su Melucci

Gli interventi di Pd, M5S e Una strada diversa

Rinaldo Melucci

Rinaldo Melucci

Era prevedibile. La sentenza del Tar sul Comparto32 ha avuto un effetto dirompente. Come riportato da TarantoBuonasrea, il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso della società Fratelli Marchetti Srls, che aveva presentato un progetto per la costruzione di nuove strutture commerciali a Cimino-Manganecchia, nell'area nei pressi del centro commerciale Porte dello Jonio. Nel giudizio davanti al Tar il Comune non si è costituito in giudizio. Dopo la Confcommercio, ora insorgono anche partiti e movimenti politici.

Pd: «Melucci tutela gli interessi di pochi»

«Cosa c'è - si chiede la Federazione del Pd - alla base della decisione di Melucci di non costituirsi in giudizio nella vicenda che riguarda il Comparto32? C'è una scelta politica! La stessa scelta politica che ha rappresentato la miccia nell'enorme incendio che ha raso al suolo il programma elettorale e ha ridisegnato la maggioranza del Comune di Taranto. Melucci ha scelto il comparto32. Ha scelto di seguire gli interessi di pochi, proprietari terrieri e forse qualche palazzinaro. Ha scelto di allargare ancora la città dove non serve, dove altri centri commerciali sarebbero la definitiva condanna a morte del commercio di vicinato. Ha scelto di desertificare ancora di più il centro cittadino. Non ha difeso Taranto, non solo il Comune di Taranto come ente. Non ha difeso chi ha creduto in lui. Non ha difeso chi continua a difendere Taranto e i Tarantini come i piccoli artigiani e commercianti».
«Ci opporremmo, con tutte le nostre forze - afferma il Pd -  ad eventuali nuovi provvedimenti che dovessero arrivare in Consiglio Comunale. A chi ci chiedeva perché fossimo entrati in contrasto con Melucci, ecco l'ennesima prova che a governare la città e a dettare la linea non è il programma votato dai cittadini, ma l'interesse di pochi».

M5S: «Fatto gravissimo»

«Apprendiamo con grande rammarico l'esito del procedimento dinanzi al Tar promosso dalla società  F.lli Marchetti Costruzioni Srls nei confronti del Comune di Taranto». Lo afferma Mario Odone, consigliere comunale del M5S.

«Un ricorso - spiega Odone - del quale non si è potuto  discutere nel merito la sua legittimazione a causa della mancata costituzione in giudizio del Comune di Taranto, in persona del Sindaco Rinaldo Melucci. Non si comprendono le ragioni per le quali il Comune di Taranto è risultato contumace in un procedimento di tale importanza per la città. Non dimentichiamo la faticosa battaglia che il M5S ha condotto all'interno del Consiglio Comunale per bloccare  la possibilità di nuovi insediamenti commerciali vicino il nuovo ospedale San Cataldo, che avrebbero creato danni ai cittadini, al commercio e alla riqualificazione urbana».

«Con la delibera approvata in consiglio Comunale - ricorda il consigliere - riuscimmo a bloccare nuovi insediamenti commerciali e ulteriore consumo di suolo. Ci siamo opposti con una dura battaglia politica ottenendo uno stop ed un rinvio al nuovo redigendo PUG sul destino di tale sottozona. Siamo convinti che la città non può permettersi ulteriori insediamenti produttivi e commerciali in zone periferiche della città con ulteriore consumo di suolo a  scapito delle zone del centro e del borgo che soffrono crisi commerciali ormai gravi e fenomeni di desertificazione inarrestabili. Il fatto che il Comune di Taranto resti contumace dinanzi ad un procedimento di tale importanza è un fatto gravissimo che merita attenzione e soprattutto l'individuazione di responsabilità. Sollecitiamo ogni possibile ricorso ai gradi successivi previsti dalla Legge ed ogni azione amministrativa volta a rimediare a questo danno per la città e i cittadini di Taranto».

Una strada diversa: «Melucci ambiguo»

Sul tema interviene anche il movimento "Una strada diversa": «Bloccare la proposta della direzione urbanistica di suddividere il comparto 32 (area dove oggi sorge il centro commerciale Porte dello Jonio) in sottozone, è stata una delle prime battaglie che, attraverso il nostro consigliere comunale Luca Contrario, abbiamo condotto nella maggioranza Melucci (Sindaco che sulla questione ha sempre avuto un atteggiamento quantomeno ambiguo)». 

Secondo questo movimento, la proposta progettuale per la costruzione di nuove strutture è «irricevibile perché in contrasto con due obiettivi prioritari che, come forza politica, ci siamo sempre posti: stoppare una ulteriore estensione della città ed evitare un inutile ed intollerabile consumo di suolo; tutelare il commercio di vicinato (già molto penalizzato e per noi patrimonio da tutelare e sostenere) da uno svuotamento del centro città in direzione di nuove aree commerciali».

"Una strada diversa" sottolinea la  «mancata costituzione in giudizio da parte del Comune, che, quindi, non ha avuto modo di motivare e rafforzare le ragioni della scelta presa dal Consiglio comunale», di fermare la suddivisione in sottozone del Comparto 32, che sarebbe stata la premessa per accogliere nuovi progetti di costruzione.

«Negligenza del Sindaco - conclude il movimento - che non possiamo che stigmatizzare e condannare ed alla quale chiediamo di porre rimedio promuovendo, come da richiesta già pervenuta da Confcommercio Taranto, immediato ricorso al Consiglio di Stato sulla decisione del TAR di Lecce. Taranto non può più tollerare ambiguità sul tema, né può consentire inutili e dannose ulteriori estensioni della città che rappresenterebbero sia una follia dal punto di vista ambientale, che una condanna a morte per il commercio di vicinato e le attività dei quartieri centrali della nostra città».

 

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