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L'intervista
29 Febbraio 2024 - 07:15
Mimmo Lardiello
«La desertificazione del centro cittadino e la mancanza totale di visione, rispetto ad una futura, possibile ripresa economica della città, è un dato sotto gli occhi di tutti». Lo ha dichiarato Mimmo Lardiello, vicecoordinatore vicario di Forza Italia Taranto, nel corso di una intervista rilasciata a Taranto Buonasera.
Avvocato Lardiello, come commenta gli ultimi eventi che hanno caratterizzato l’amministrazione comunale di Taranto?
«Le scelte personali si lasciano al giudizio delle legittime opinioni di tutti, in quel senso si è già detto molto. Mi limito a commentare in termini politici che siamo di fronte ad un inedito assoluto, il più “robusto” oppositore che, stando alle ricostruzioni, sarebbe passato in maggioranza, nel giro di qualche ora. A farne le spese è, ancora una volta, la città, non tanto per la scelta del singolo, ma per l’incredibile mancanza di presa d’atto della fine dell’esperienza politico/amministrativa da parte di chi ricopre responsabilità di Governo in città».
Tutto questo in un momento storico in cui la città sembra nel mezzo dell’ennesima emergenza..
«E’ proprio questo il punto. Ci troviamo a fare i conti con maggioranze ad equilibrio “variabile” e con un’amministrazione che, definire malconcia, è dire poco, nel mezzo di una crisi industriale profonda, che ha costretto solo lo scorso martedì il Ministro Urso a correre a Taranto. Al tavolo istituzionale sedeva, in quel momento, un Sindaco che soltanto qualche giorno prima era ad “una firma” dall’essere sfiduciato. Sicuramente non un interlocutore solido, rispetto alla necessità di prendere posizioni a tutela dei lavoratori dell’indotto, degli operai e della vertenza ambientale. E’ complicato dare forza alla richiesta di un “Tavolo Taranto” permanente, se non si ha prossimo consiglio comunale. Tutto ciò con il rischio che aumenti, imponderabilmente, la sfiducia che i cittadini di Taranto nutrono sempre di più nelle istituzioni. Non è un caso che negli ultimi tempi, le percentuali di partecipazione al voto si siano sempre di più, progressivamente, ridotte».
Cosa ne pensa della recente notizia relativa alla sentenza del Tar sul comparto 32?
«La desertificazione del centro cittadino e la mancanza totale di visione, rispetto ad una futura, possibile ripresa economica della città, è un dato sotto gli occhi di tutti. In questo senso, la decisione del Tar, che rileva un dato tecnico relativo ad un vizio di motivazione della delibera del consiglio comunale (e non ovviamente, la scelta di opportunità politica) rimanda al pericolo imminente che si possa dare vita ad un ulteriore indiscriminata cementificazione, attraverso la nascita di nuove strutture di vendita, in una zona ben al di fuori dalle note zone di interesse commerciale della città. Si osservi, nessuno vuole ipotizzare di imporre limiti alla libera iniziativa dei privati, ma tutto questo, senza una programmazione e senza un indirizzo specifico per il futuro, appare assolutamente forzato ed irrispettoso degli sforzi profusi dai commercianti di Taranto, sempre più in difficoltà e sempre più inascoltati.
Secondo quanto riportato ieri sullo stesso Vostro giornale, l’idea di organizzare un dibattito pubblico sarebbe addirittura venuta dal consulente della “Fratelli Marchetti”, e non dall’amministrazione. Tutto ciò fa parte di un meccanismo improntato sulla mancanza di dialogo, che si manifesta anche in relazione ad altre problematiche emergenti. La vicenda stadio su tutte, dove addirittura il tecnico della squadra è costretto ad intervenire pubblicamente per poter esprimere un parere e la società ormai dialoga con l’amministrazione attraverso i comunicati stampa».
Che ne pensa di alcuni esponenti del Partito Democratico che, con Melucci fino a qualche settimana fa, oggi si schierano contro?
«Guardi, nella vita cambiare idea può anche essere sintomo di intelligenza, ma poi bisogna fare sempre i conti con la storia. Il Partito Democratico ha governato la città, in pratica ininterrottamente, negli ultimi diciotto anni, destreggiandosi con grande abilità nei ruoli di “governo di lotta” ed “opposizione di governo”, tipici di quella tradizione politica. Oggi è assurdo leggere dichiarazioni di esponenti di spicco del Pd, che criticano apertamente scelte (e conseguenze di quelle scelte) che li hanno visti direttamente coinvolti, fino a qualche settimana fa. Tra tutte mi piace ricordare l’ormai noto “Sail Gp” su cui credo molto si discuterà negli anni a venire, a prescindere dalla riproposizione dell’evento, ed in tal senso si renderà necessario approfondire ulteriormente lo schema su cui si sono poggiati gli stanziamenti monstre che sono stati deliberati. Leggere di alcuni esponenti del Pd che criticano l’abnormità di quella spesa e la disparità di trattamento, in uno con l’immoralità dell’aver lasciato senza fondi le associazioni sportive cosiddette “minori”, lascia davvero basiti».
In che modo il centrodestra, ed in principal modo Forza Italia, si preparano alle prossime scadenze?
«Sono felice di essere tornato a disposizione della mia famiglia politica, dopo un periodo sabbatico, in cui ho scelto di dedicarmi, in via esclusiva, alla mia professione. Oggi ritrovo con gioia un partito che, a discapito di coloro i quali ne sancivano la scarsa proiezione al futuro, gode di entusiasmo ed ottima salute. I numeri del congresso nazionale sono stati impressionanti, ed un importante riconoscimento è arrivato anche alla Puglia, che ha visto l’On. D’Attis entrare nella segreteria nazionale. A Taranto, il centro destra è retto oggi da alcuni valorosi, cui davvero va il ringraziamento di aver tenuto alte le bandiere, in tempi non semplici. Non c’è dubbio che il futuro passi da una sorta di rifondazione, apertura alla società civile, al mondo delle professioni, ed aggiungo anche alla generazione degli ’80 e dei ’90 che hanno scelto di restare qui per realizzarsi, e anche ad alcuni di quelli che hanno dovuto allontanarsi, sperando in un loro rientro. Credo fortemente alla possibilità che proprio Forza Italia possa riacquistare centralità in questo processo, dopo aver subito, nei primi anni 2000, una operazione di discredito che ha portato all’avvicendarsi di amministrazioni che hanno condotto, fino ad oggi, ad un cumulo di lacerazioni ed ingovernabilità, che va superato al più presto».
Lei è un avvocato penalista. Come giudica i progressi del Governo nella direzione della tanto agognata riforma della Giustizia?
«I temi sono diversi, dalla tanto agognata separazione delle carriere ai provvedimenti che puntano a rendere finalmente effettiva l’applicazione dell’art. 27 della Costituzione. L’imputato non è considerato colpevole fino a Sentenza definitiva. Lo dico da liberale e garantista, le sembra possibile continuare a leggere sui giornali stralci di ordinanze ed intercettazioni, prima che sia intervenuta una Sentenza? E poi la revisione dei reati fiscali, delle regole sulla responsabilità medica, delle norme sui reati delle procedure concorsuali, oltre ad un inasprimento delle Leggi che disciplinano la sicurezza sul lavoro. L’occasione oggi è di quelle irrinunciabili, i numeri in parlamento parlano di una possibilità concreta di raggiungere risultati fino ad ora soltanto sperati. Le prossime settimane saranno decisive anche in questo senso».
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