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Statte
16 Febbraio 2024 - 07:00
Il sindaco di Statte, Franco Andrioli
A Statte è in arrivo il commissario prefettizio. Alla mezzanotte tra il 14 e il 15 febbraio, infatti, sono diventate definitive le dimissioni del sindaco Francesco Andrioli, finito agli arresti il 15 gennaio scorso perché accusato di scambio elettorale politico-mafioso. Trascorsi venti giorni per l’eventuale ripensamento, le dimissioni – presentate dopo l’arresto - sono diventate irrevocabili. Di conseguenza il prefetto Paola Dessì con proprio decreto del 15 febbraio ha sospeso il consiglio comunale, nelle more del decreto di scioglimento da parte del Presidente della Repubblica. Contestualmente il viceprefetto Maria Luisa Ruocco è stato nominato commissario del Comune di Statte per la gestione provvisoria dell’Ente.
Si va quindi verso nuove elezioni. La finestra utile potrebbe essere quella del prossimo giugno, a meno che non venga valutata l’aggravante della infiltrazione mafiosa e, in quel caso, il commissariamento avrebbe una durata di 18 o 24 mesi.
La bufera si è abbattuta su Statte il 15 gennaio scorso, quando la Guardia di Finanza ha eseguito ventinove arresti nell’ambito di una inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Una inchiesta sulle elezioni del 2021 che però ha alzato un velo su quanto sarebbe accaduto anche negli anni precedenti. Alle elezioni del 2016, ad esempio.
Strane elezioni furono quelle. Il risultato finale vide vittorioso Francesco Andrioli, il sindaco poi confermato nel 2021. 2.485 voti Andrioli, 2.414 voti per Luciano De Gregorio, il suo sfidante più accreditato. 71 voti di differenza. Una vittoria d’un soffio, insomma. Una vittoria, quella del 6 giugno 2016, preceduta da una lunga campagna elettorale condita da un paio di episodi inquietanti. Il primo: il 23 gennaio viene incendiata l’auto proprio di Luciano De Gregorio. Una singolare coincidenza: appena qualche giorno prima aveva annunciato di volersi candidare a sindaco, sfidando quella parte del Partito Democratico che invece era schierata con Andrioli.
La candidatura di De Gregorio nasceva proprio in segno di discontinuità con la linea del sindaco uscente, Angelo Miccoli, poi assessore all’ambiente della giunta Andrioli appena decaduta.
Il secondo episodio, meno di un mese dopo: il 13 febbraio va a fuoco l’auto di Renato Perrini, consigliere regionale che aveva appena annunciato il proprio sostegno all’altro candidato sindaco, Fabio Spada, che si piazzerà terzo con 2.275 voti.
Sono elezioni laceranti soprattutto a sinistra, con il Pd, come abbiamo visto, diviso fra Andrioli e De Gregorio e con il gruppo dirigente di Statte sospeso dopo aver rifiutato le primarie chieste dallo stesso De Gregorio.
Otto anni dopo affiorano circostanze che consentono di mettere meglio a fuoco quanto accadde in quel lontano 2016. Tessere di un puzzle che vanno al loro posto con il recente blitz che ha portato all’arresto, fra gli altri, oltre che del sindaco Andrioli, anche degli assessori Ivan Orlando e Marianna Simeone. Sorella, quest’ultima, di Francesco Simeone, anche lui finito in carcere perché considerato organico al presunto clan che avrebbe al suo vertice Davide Sudoso, nome di spicco tra le ventinove persone arrestate dalla Guardia di Finanza il 15 gennaio. Nelle 626 pagine dell’ordinanza sulla quale è poggiata la ricostruzione del presunto scambio di favori tra Andrioli e Sudoso, ci sono significativi riferimenti a quelle elezioni del 2016.
Sono le intercettazioni ambientali ad aprire uno squarcio su quel che accadde in quelle elezioni comunali, parole di Sudoso rivolte ad Andrioli che dimostrerebbero come già nel 2016 il presunto clan avrebbe procurato voti ad Andrioli e non solo, quindi, nelle elezioni del 2021. Una frase su tutte pronunciata da Sudoso appare emblematica: «Tu stai seduto alla poltrona grazie a me (…) che per 70 voti hai vinto! Per 70 voti sei passato!». Un modo, quindi, per far pesare il ruolo determinante del gruppo nella vittoria di Andrioli su De Gregorio. Il nome di quest’ultimo viene tirato in ballo nel 2021. Da quel che emerge dagli atti investigativi, Sudoso avrebbe fatto credere ad Andrioli di essere pronto ad appoggiare De Gregorio alle elezioni del 2021: un modo per fare pressioni sullo stesso sindaco e costringerlo a scendere a patti.
In realtà nel 2021 De Gregorio non era neppure candidato: si era limitato ad appoggiare il candidato sindaco Caterina Madaro, poi sconfitta da Andrioli. Il nome di De Gregorio viene quindi usato come “esca” nei confronti di Andrioli, che vincerà le elezioni con un larghissimo margine di vantaggio: 4.787 voti contro 1.597 di Madaro. In percentuale fanno 75% contro il 25% della sfidante.
Le indagini della Guardia di Finanza sulla campagna per le elezioni del 3 e 4 ottobre 2021 – nelle quali risulta coinvolto il dirigente dell’Amiu, Rocco Scalera - fanno luce anche su altri aspetti: ad esempio sul ruolo della Associazione Arcobaleno Odv, una associazione che fa parte del sistema integrato di protezione civile della Regione. Presidente dell’Arcobaleno è Giorgio Simeone, che è anche presidente del Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile di Taranto. Giorgio Simeone è il padre di Marianna Simeone, candidata nella lista di Andrioli, “Uniti per Statte”. Secondo le risultanze investigative – naturalmente saranno poi i processi ad accertare la verità – Sudoso avrebbe sostenuto Andrioli proprio attraverso l’appoggio elettorale in favore di Marianna Simeone e Ivan Orlando. Giorgio Simeone avrebbe consegnato a Sudoso buoni pasto e buoni carburante della associazione proprio per consentirgli di sostenere elettoralmente la figlia Marianna, che poi risulterà la più suffragata (il secondo più votato risulterà Orlando). In campagna elettorale fanno la loro comparsa anche biglietti gratuiti per la giostra, questa volta forniti dai giostrai a Sudoso per facilitargli il procacciamento dei voti, aspettandosi in cambio agevolazioni per i permessi relativi alle loro attività. La distribuzione di buoni carburante e biglietti per le giostre è forse l’aspetto socialmente e culturalmente più triste di questa vicenda: cittadini che vendono il proprio voto in cambio di un pieno di benzina o di un giro all’autoscontro.
Sono elezioni, quelle del 2021, che in qualche modo si giocano anche su un campo di calcio. Calcio a cinque femminile, per la precisione. E qui entra in campo, è il caso di dire, Antonio (Tony) Marzella – anche lui finito agli arresti - storico fondatore e allenatore del Real Statte, società plurititolata a livello nazionale. Un piccolo miracolo sportivo alimentato dalla sponsorizzazione di Italcave, la nota società che gestisce estrazione di inerti e smaltimento rifiuti in territorio di Statte. Marzella sarebbe stato il tramite tra Andrioli e Sudoso. Con un obiettivo: favorire la rielezione di Andrioli per far sì che il Real Statte potesse continuare ad essere sponsorizzato da Italcave, la cui attività è sottoposta anche alle autorizzazioni rilasciate dal Comune di Statte. Nel rapporto con Italcave emergerebbe – sempre secondo la ricostruzione investigativa - il ruolo politico di Angelo Miccoli, già sindaco dal 2011 al 2016 e successivamente assessore all’ambiente nella giunta di Andrioli. Miccoli, che sarebbe stato presente agli incontri tra Andrioli e Sudoso, viene considerato figura di notevole peso specifico nel rapporto con Italcave proprio per il suo lungo vissuto politico-amministrativo e per via dei ruoli istituzionali ricoperti. E Miccoli – che, va precisato, non è indagato - sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbe prodigato, insieme ad Andrioli, per agevolare il prosieguo della sponsorizzazione di Italcave verso la squadra di Marzella.
Andrioli, come abbiamo visto, stravincerà le elezioni. Confermando la forza del gruppo politico che ha governato Statte ininterrottamente dal 2011 ad oggi. Dapprima (2011) con Miccoli sindaco e Andrioli assessore, poi (2016) con Andrioli sindaco e Miccoli assessore. Un tandem confermato nelle ultime elezioni, quelle del 2021. In questo gruppo è stato sempre presente Ivan Orlando, prima come consigliere e poi come assessore. Insomma, un sodalizio sul quale da ieri è calato il sipario.
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