Cerca

Cerca

La crisi del Siderurgico

Sull'ex Ilva soffiano venti di guerra

Si muovono commissari ed Invitalia. Il sindacato è già sulle barricate

Acciaierie d'Italia

Acciaierie d'Italia

«Garantire la continuità produttiva degli impianti siderurgici di Taranto»: è la missione che il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha di fatto affidato ai Commissari di Ilva in amministrazione straordinaria ed al socio pubblico, Invitalia. Un impegno da portare a compimento tramite «le dovute interlocuzioni con Acciaierie d’Italia» e «tutte le azioni necessarie»; i Commissari, secondo quanto si è appreso da fonti interne, hanno richiesto ad Acciaierie «aggiornamenti urgenti circa lo stato di funzionamento degli impianti degli stabilimenti e le iniziative in corso di svolgimento» sottolineando la «necessità di una loro visita ispettiva».

Da parte sua Invitalia avrebbe inviato una comunicazione ad Acciaierie d’Italia Spa e Acciaierie d’Italia Holding per "esprimere la grande preoccupazione se fossero fondate le notizie circa un eventuale spegnimento degli impianti, con le gravissime conseguenze, potenzialmente disastrose e irreversibili, in particolare per i lavoratori, per i fornitori, oltre che naturalmente per la continuità aziendale". Nella comunicazione, Invitalia avrebbe invitato Acciaierie d’Italia ad assumere tutte le iniziative necessarie per garantire la continuità aziendale e la sicurezza dei lavoratori e degli impianti. 

Adolfo Urso

Arriva insomma al vertice della tensione, per citare un thriller dei primi anni Duemila, la situazione attorno al Siderurgico di Taranto. Spiega Francesco Brigati, segretario generale Fiom Cgil Taranto, che «era evidente come la cattiva gestione degli impianti e le conseguenti problematiche ambientali avrebbero portato all’attuale situazione di criticità, che rischia di diventare irreversibile sia per la continuità produttiva che per il processo di transizione ecologica. Durante gli incontri a Palazzo Chigi il segretario nazionale della Fiom Cgil, Michele De Palma ha più volte evidenziato la necessità di far intervenire la Gestione commissariale di Ilva in AS per verificare le condizioni degli impianti, a salvaguardia degli stessi. E la Fiom di Taranto ha sempre denunciato, secondo quanto previsto dal contratto di aggiudicazione del giugno del 2017, una inadeguata attività manutentiva ordinaria e straordinaria tanto da arrivare ad una produzione ridotta ai minimi termini che ha causato anche il fermo di molti impianti».

Francesco Brigati

La corda, però, rischia ora davvero di spezzarsi. «Questa è una fase complicatissima e non possiamo rischiare di determinare la chiusura della fabbrica con delle ripercussioni pesantissime dal punto di vista ambientale, occupazionale ed economico per i lavoratori e il territorio ionico» sottolinea ancora Brigati, per il quale «è giunto il tempo che i Commissari straordinari, in quanto unici proprietari degli impianti, garantiscano la continuità produttiva attraverso il controllo e la verifica del corretto funzionamento degli impianti prima che il Governo prenda una decisione definitiva sulla vertenza ex Ilva. E crediamo che debbano essere  quantificati i danni causati dalla multinazionale francoindiana rendendo consultabili le verifiche in discontinuità con  quanto emerso in passato che ha determinato un mancato confronto con le parti sociali. Riteniamo positiva la decisione del governo di far intervenire i commissari di Ilva in Amministrazione Straordinaria, disponendo una loro visita ispettiva, soprattutto in una fase di assoluta confusione che si vive all’interno della fabbrica».

I sindacati sono già sulle barricate: «Il prossimo 29 gennaio manifesteremo per impedire che ArcelorMittal possa eliminare un proprio competitor» chiarisce il segretario della Fiom tarantina, riferendosi alla manifestazione in programma lunedì.

«Sulla vicenda ex Ilva da tempo diciamo che bisogna intervenire con urgenza per garantire lavoro, continuità produttiva, ambientalizzazione, salute e sicurezza dentro e fuori la fabbrica» ha detto a Bari la segretaria generale aggiunta della Cisl nazionale, Daniela Fumarola, a margine del Consiglio generale della Cisl regionale; e se l’Ugl Metalmeccanici di Taranto ha voluto ricordare che «l’obiettivo è tutelare i lavoratori dell’indotto, la salute e l’ambiente», anche Casartigiani Taranto parteciperà alla manifestazione del 29 gennaio, promossa dalle sigle sindacali dei metalmeccanici.

Il corteo partirà alle 7.00 dalla portineria C dell’area TIR e seguirà lungo tutto il perimetro del siderurgico. «Casartigiani Taranto - si legge in una nota diffusa dall’associazione di categoria - condivide appieno la rabbia e lo sgomento per la totale indifferenza palesata, nelle ultime settimane, dalla governance di Acciaierie d’Italia. Infatti, secondo il sindacato degli artigiani tarantini è inaccettabile addossare tutte le responsabilità del fermo delle attività, unicamente alle imprese dell’indotto. Il settore dell’autotrasporto è in ginocchio, sia moralmente sia economicamente, perché da diversi mesi non vengono rispettati i diritti essenziali del lavoro. Oramai la situazione è tale da essere una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, a cui potrebbero sommarsi le ulteriori chiusure delle attività imprenditoriali».

Queste le parole del coordinatore regionale di Casartigiani Puglia Stefano Castronuovo: «Ogni minuto che passa – ha detto - è una stilettata al cuore di un settore in grave difficoltà. Il debito che ammonta, alle imprese dell’indotto, conta oltre 120 milioni di euro: liquidità che vengono sottratte non solo a un determinato comparto, ma all’intera comunità che rischia di impoverirsi ogni giorno che passa. Senza lavoro non c’è economia e senza di essa non c’è futuro e per cui Taranto potrebbe rischiare di collassare».    

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori