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La crisi del Siderurgico

Acciaierie d'Italia, in campo Confindustria Taranto

Le proposte dell' associazione degli industriali

Toma e Di Napoli

Ex Ilva in crisi, ecco le proposte di Confindustria Taranto

Sono necessarie "scelte drastiche ed urgenti" perché la situazione in cui versano le aziende dell’indotto ex Ilva di Taranto è "insostenibile". E del resto lo stesso stabilimento, che marcia con un unico altoforno, rischia "uno spegnimento irreversibile".

In coda all'ennesima giornata convulsa sul fronte d'acciaio, scende in campo Confindustria Taranto, che, attraverso il suo Presidente Salvatore Toma e il Presidente della sezione metalmeccanica e navalmeccanica Pasquale Di Napoli, ha stilato una serie di proposte da portare all’attenzione del Governo – in particolare al Ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso – al fine di scongiurare quella che per gli industriali "si prospetta, a brevissimo, come una vera e propria tempesta perfetta, in cui nessuno si salva: né lo stabilimento, né i lavoratori, né le aziende e tantomeno la città, che da anni attende una riconversione in chiave green di uno stabilimento che una volta spento produrrebbe solo abnormi criticità".

Confindustria Taranto prende inoltre atto, si legge in una nota, "della incapacità, non voluta ma imposta dalle circostanze, di buona parte delle aziende dell’indotto, a garantire continuità lavorativa: sono le stesse imprese che già da mesi denunciano assenza di liquidità per i crediti non corrisposti, oramai al limite della esasperazione. Pertanto, chiama ancora una volta alle sue responsabilità il management di Acciaierie d’Italia, unico reale responsabile di una gestione scellerata e di una situazione oramai fuori controllo".

Le proposte

Le poche e circostanziate proposte messe “nero su bianco” dall’associazione degli industriali di via Dario Lupo "andrebbero a scongiurare, laddove acquisite e tradotte in uno strumento normativo, sia lo stop operativo delle imprese dell’indotto sia, conseguentemente, i rischi di spegnimento in cui, a breve, incorre lo stabilimento tarantino", dicono da via Dario Lupo.

Fra le proposte c’è la richiesta al Governo di delineare il perimetro esatto in cui ricade la tipologia di imprese definite dell’“indotto” (un passaggio di estrema importanza nel delicato passaggio alla amministrazione straordinaria) e la possibile cartolarizzazione dei crediti delle ditte fornitrici, attraverso un Ente di Stato, che consentirebbe alle stesse imprese "di poter beneficiare di una boccata d’ossigeno utile a traguardare la difficilissima congiuntura e tornare subito al lavoro".

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