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La storia
16 Dicembre 2023 - 06:50
Una fotografia della celebre Notte di Taranto e nel riquadro Gino Paoli
«Papà comandava il sommergibile Fratelli Bandiera. Ne ho visto uno uguale: pareva una bara. Poi divenne comandante di coperta della Littorio. Quando vide i ricognitori inglesi fotografare il porto di Taranto, portò la sua nave al largo, e la salvò dall’attacco del 12 novembre 1940». In una lunga intervista al Corriere della Sera, il cantautore Gino Paoli ha ricordato un episodio che segna la storia della nostra città: la famosa, o famigerata, Notte di Taranto (quella tra l'11 e 12 novembre '40, in realtà) nel corso della quale il padre, che aveva frequentato l'Accademia Navale di Livorno, riuscì a salvarsi.
Nell'attacco improvviso degli aerei inglesi alla flotta navale italiana in Mar Grande furono colpite e danneggiate le navi Cavour e Duilio oltre alla stessa Littorio. Cinquantanove i morti, circa 600 feriti. L'Operazione Judgment, come la chiamarono gli inglesi, vide impegnati gli equipaggi di ventuno Swordfish che decollarono in due ondate dalla portaerei Illustrious verso il golfo di Taranto, rientrando con la perdita di appena due velivoli. «L’azione rappresenta il punto culminante della disfatta italiana», disse Winston Churchill. Benito Mussolini venne di persona a Taranto per verificare i danni.
Ma, nell'intervista con Aldo Cazzullo, Paoli parla anche del nonno «Gino Paoli, come me. Operaio all’altoforno di Piombino: 70 gradi d’estate, 70 gradi d’inverno. Aveva la pelle dura come cuoio. Suo padre, birocciaio maremmano, lo picchiava con la frusta dei cavalli, fino a quando sua madre non gli cacciò il coltello alla gola: “Se tocchi ancora Gino, ti sgozzo”. Non lo toccò più».
Ancora, Cazzullo ricorda a Paoli: «Guccini racconta che a Bologna girava una voce: Lucio Dalla era figlio di padre Pio». «Secondo me è davvero possibile. Di sicuro la madre lo lasciava tre mesi all’anno in convento da padre Pio» la risposta del cantautore genovese. E sulla celebre Sapore di sale, datata 1963: «La scrissi in mezz’ora, come se qualcuno me la stesse dettando. Erano anni meravigliosi, anche gli operai avevano le 1500 lire per andare alla Capannina, e si pensava sarebbe durata per sempre. Io però vedevo già nuvoloni all’orizzonte». Il rapporto con Luigi Tenco? «Lui e io ci siamo fatti l’immagine di poeti maledetti perché nei locali, anziché corteggiare le ragazze, ci mettevamo in un angolo immusoniti e tenebrosi, alla James Dean, con il pugno sulla tempia, così. Così le ragazze arrivavano. Non ho mai corteggiato una donna; erano loro a venire da me».
Quindi, il passaggio che sta facendo molto discutere anche sui social. A Gino Paoli, 89 anni, il mondo dello spettacolo oggi proprio non piace «perché è tutto apparenza. Oggi peggio di ieri. Ieri avevamo Mina e la Vanoni. Oggi emergono le cantanti che mostrano il culo».
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