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Il Siderurgico

Ex Ilva, oggi nuovo vertice a Palazzo Chigi: foto e video

Nuovo round tra governo e sindacati

L'ex Ilva

L'ex Ilva

Nuovo vertice, oggi 9 novembre a Palazzo Chigi, tra sindacati e governo in merito all’ex Ilva. «Una convocazione conquistata dopo le iniziative di mobilitazioni con sciopero, messe in campo da Fim, Fiom e Uilm, a partire da quella del 28 di settembre tenuta a Taranto e con la successiva manifestazione nazionale del 20 ottobre di Roma, che ha interessato tutto il Gruppo di Acciaierie d’Italia, con una straordinaria partecipazione dei lavoratori diretti, di Ilva in Amministrazione Straordinaria, dell’Appalto e dell’Indotto.

Parla il segretario nazionale Fim Cisl, Roberto Benaglia

La piena riuscita della manifestazione e dello sciopero, ha costretto il Governo a convocare nuovamente un tavolo a Palazzo Chigi per confrontarsi con le stesse sigle sindacali di Fim, Fiom e Uilm» hanno annunciato nei giorni scorsi i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil.

«L’attuale Governo, se davvero vuole avviare una nuova fase per il rilancio ambientale, occupazionale e industriale della siderurgia italiana, non può affidarsi ad una governance sbilanciata verso l’attuale multinazionale che, in questi anni, ha depredato una fabbrica e non ha rispettato gli accordi pregressi», ancora parole di una nota di Fim, Fiom e Uilm.

«Fa sorridere il pensiero di essere aggiornati su una trattativa che il Governo ha portato avanti di nascosto di cui sappiamo solo quanto letto sui giornali. Speriamo almeno che questa volta non si ripeta una stanca liturgia, con omissioni e incongruenze» è invece il commento della sigla Usb. «La nostra delegazione sarà presente al tavolo per ribadire ancora una volta che il futuro del nostro paese non può essere messo nelle mani di ArcelorMittal» dicono Franco Rizzo e Sasha Colautti. «Per noi si tratta di discutere il modello di sviluppo economico di questo paese, di come comporre le politiche industriali necessarie per affrontare la transizione ecologica e la decarbonizzazione. Per questo, continuiamo a sostenere la necessità di nazionalizzare l’azienda. Non può essere più un tabù», dicono i rappresentanti di Usb.

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