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Economia
17 Maggio 2023 - 06:30
Frans Timmermans a Taranto
Una transizione giusta non può prescindere dai lavoratori. «Uscire dalle logiche del massacro sociale, sottrarre il dibattito all’improduttivo dilemma anticostituzionale che costringe a scegliere tra salute e lavoro, agire finalmente con una prospettiva concreta che non releghi più i lavoratori a ruolo di comparse»: con queste parole è il segretario generale della Cgil di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, ad intervenire all’indomani dell’incontro che ha visto presente in città il vicepresidente della Commissione Europea e responsabile del Green Deal europeo, Frans Timmermans. La Cgil di Taranto fa parte anche del Comitato di Sorveglianza del Just Transition Found, riunitosi a Roma.
D’Arcangelo evidenzia come «Timmermans al Fusco, dove eravamo presenti come sindacati confederali, ha detto cose che diciamo da tempo e che ci sono costate in questi anni epiteti e accuse. Ci ha ricordato che il solo “miracoloso” miraggio del modello produttivo senza manifattura e tutto incentrato sul turismo non è sufficiente a creare benessere e progresso al territorio, e che neanche un indirizzo europeo sulla neutralità dei fossili può bastare per cambiare il destino di una città come Taranto. Soprattutto, servirà il tempo delle scelte sulla transizione energetica. Serve piuttosto l’idea di accettare una sfida fatta tutta di lavoro, nuove tecnologie, formazione e pertanto rispetto dell’ambiente e della salute degli uomini. Il resto – continua il segretario della Cgil tarantina – è solo propaganda a buon mercato che di fatto ad oggi non ha cambiato neanche di una virgola la condizione di criticità occupazionale, sociale, sanitaria ed ambientale di Taranto e del suo hinterland». La Cgil ionica resta fedele alla linea.
«Esprimiamo questi concetti da almeno un decennio – ribadisce D’Arcangelo – quando non c’era ancora stata una pandemia e non si era varato un piano come il Just Transition Fund o il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Coraggiosamente la Cgil rivendica le posizioni espresse in tutti questi anni e lo fa spazzando via anche tutte le strumentalizzazioni che da sempre accompagnano il dibattito sul tema. Un dibattito spesso sterile e infruttuoso che nega alla città la vera reazione autoimmune. O gli investimenti pubblici e le risorse europee ricominciano dal lavoro buono e giusto, o la “vertenza Taranto” resterà per sempre una questione unicamente mediatica incapace di sfociare in quel green deal che tutti auspichiamo».
Fanno eco alle parole del segretario generale della Cgil quelle di Francesco Brigati, segretario della Fiom Cgil ionica. «Quando noi come metalmeccanici invochiamo a gran voce il piano industriale di Acciaierie d’Italia lo facciamo perché vogliamo confrontarci sul merito per costruire le condizioni della “messa a terra” dell’investimento di DRI sul preridotto, ma anche nell’immediato gli assetti di marcia che ci devono inevitabilmente portare al riassorbimento dei lavoratori e all’avvio di una vera transizione produttiva. Bisogna anche comprendere gli investimenti che si stanno facendo sulle fonti energetiche rinnovabili, a cominciare dall’idrogeno, ma di quei progetti con i lavoratori non parla mai nessuno».
«E il ruolo dei lavoratori resta per i due esponenti sindacali il vero termometro dell’efficacia di queste azioni» rimarca, ancora D’Arcangelo. Secondo il quale «per la Regione Puglia i lavoratori sono sullo sfondo ma sono proprio quegli operai ad ammalarsi per primi e a patire gli effetti della crisi da oltre dieci anni. E come mai continuano a non essere coinvolti ad esempio nei processi decisionali che riguardano la nascita della cosiddetta Hydrogen Valley pugliese, e a conoscerne i dettagli solo attraverso le notizie di stampa? Ci aspettiamo coinvolgimento, condivisione e celerità in questioni che ci riguardano da vicino – conclude D’Arcangelo – perché c’è un esercito di “ex” lavoratori, emarginati, precari che meritano più rispetto e considerazione».
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