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L'ex Ilva

Acciaierie d'Italia, la guerra della cassa integrazione. «Via alla mobilitazione»

Fim, Fiom e Uilm e le prossime mosse: si va verso uno scontro durissimo con azienda e governo

Ex Ilva

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Soffiano forti i venti di guerra su Acciaierie d'Italia, l'ex Ilva di Taranto. In una nota unitaria di questa mattina, 30 settembre, Fim Fiom e Uilm "denunciano ulteriormente l’epilogo della vertenza, allo scadere del bando  di gara, dopo aver richiesto e sollecitato una convocazione presso Palazzo Chigi per far chiarezza su quale direzione il Governo voglia prendere sulle sorti dell’intero gruppo siderurgico e sul suo piano di decarbonizzazione, registriamo anche  ora uno strappo delle    relazioni intraprese".

Il nodo è quello della cassa integrazione. "Dopo le numerose richieste di rinvio della discussione sulla cassa integrazione per mettere nelle condizioni le organizzazioni sindacali e i lavoratori di avere gli elementi necessari, il Ministero del Lavoro decide di chiudere la   procedura sulla cigs dando facoltà all’azienda di  proseguire unilateralmente. Come organizzazioni sindacali non accettiamo questa azione inedita e gravissima del Ministero del Lavoro che autorizza l’incremento del 50% delle unità in CIGS, da 3062 a 4450" evidenziano i metalmeccanici confederali.

"Ora il Governo decida di assumersi le sue responsabilità, anche attraverso l'intervento pubblico, e riapra il confronto a Palazzo Chigi con le organizzazioni sindacali. Non ci fermeremo finché non avremo risposte sul futuro dell’ex Ilva. I lavoratori hanno dimostrato un senso di responsabilità oltre i limiti dovuti anche difronte alle indecisioni aziendali, Istituzionali - nazionali e locali - e, in ultimo sono ora costretti a dover assistere ad una gestione dell’ammortizzatore sociale dubbia e confusa. Per tutto quanto emerso, le Organizzazioni Sindacali Nazionali e Territoriali annunciano lo stato  di mobilitazione e procederanno alla convocazione delle assemblee nei siti AdI ex Ilva nei prossimi giorni e proclameranno una giornata di mobilitazione con tutti i lavoratori".

"Il Governo deve assumersi la responsabilità di una scelta che riguarda, non solo la Ex Ilva, ma il futuro industriale e lo sviluppo del paese" dicono i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil.

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