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Canosa di Puglia

Maxi blitz tra la Bat e Foggia: 19 misure cautelari per mafia, droga e armi

Scoperta un'organizzazione criminale: al vertice un detenuto che gestiva gli affari del clan dalla cella. Il video con le parole del Comandante provinciale dei Carabinieri, il Colonnello Massimiliano Galasso

I carabinieri della Bat

I carabinieri della Bat

Il Colonnello Massimiliano Galasso sul Blitz Diomede dei carabinieri Bat

TRANI - Una vasta operazione dei Carabinieri ha portato all’arresto di 17 persone (altre due dovranno rispettare l'obbligo di dimora) nelle città di Canosa di Puglia e Bari. L’attività, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, è il risultato di un’indagine lunga oltre un anno e mezzo, condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Andria con il supporto iniziale della Compagnia di Cerignola.

Nella mattinata del 16 giugno, oltre 150 militari dei Comandi Provinciali di Barletta-Andria-Trani e di Foggia, con l’ausilio di elicotteri, unità cinofile e dello Squadrone Cacciatori di Puglia, hanno dato esecuzione a una complessa ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Bari. Le accuse, a vario titolo, comprendono estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e porto illegale di armi da guerra.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’inchiesta – denominata “Diomede” – ha permesso di smascherare una rete criminale radicata a Canosa di Puglia, con ramificazioni nel capoluogo pugliese. A capo del sodalizio, secondo l’impostazione accusatoria, ci sarebbe un pregiudicato canosino detenuto nel carcere di Siracusa, che avrebbe continuato a impartire ordini al gruppo dall’interno della cella.

L’indagine, attiva da aprile 2022 a novembre 2023, è nata da un arresto in flagranza durante il quale furono sequestrate due armi clandestine, munizioni da guerra e dosi di cocaina e hashish. Da lì, gli investigatori hanno avviato un’ampia attività fatta di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, visione di filmati di videosorveglianza e analisi di cellulari sequestrati, che ha portato alla luce una serie di attività illecite.

Tra i reati documentati ci sarebbero estorsioni ai danni di giostrai arrivati a Canosa per la festa patronale, la compravendita di armi con esponenti del clan Strisciuglio di Bari e la pianificazione di atti di violenza per il controllo del traffico di droga sul territorio.

L’organizzazione, strutturata in modo gerarchico, avrebbe gestito lo spaccio di droga nel centro storico e nella zona 167 di Canosa, generando un giro d’affari di circa 3.000 euro al giorno, confluendo in una cassa comune. Il linguaggio usato per le consegne della droga era volutamente criptico, per sfuggire ai controlli. Gli approvvigionamenti avvenivano principalmente da Cerignola e Bari.

Il Gip ha disposto 8 custodie cautelari in carcere, 9 arresti domiciliari e 2 obblighi di dimora. Durante l’indagine sono stati inoltre eseguiti 10 arresti in flagranza, effettuate 20 segnalazioni amministrative per uso di droga, sequestrati 1 kg tra cocaina e hashish, una piantagione di marijuana, 3 pistole, circa 100 proiettili e 100 cartucce a pallettoni, oltre a una canna di fucile di provenienza illecita e a un’autovettura rubata.

L’inchiesta è ancora nella fase delle indagini preliminari. Gli indagati saranno sottoposti a interrogatorio di garanzia e la loro posizione sarà vagliata in sede processuale. 

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