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Il caso
23 Aprile 2025 - 06:00
Ferrarese, al centro, fra Turco e Iaia
«Capisco che la politica debba dividersi ed è normale, soprattutto in campagna elettorale, che i partiti litighino su tutto. Ma i Giochi del Mediterraneo no. Devono restare fuori da tutto questo perché è l’unica vera occasione che abbiamo per far conoscere e apprezzare la nostra terra e, soprattutto, la nostra gente: pacifica, gentile, ospitale. Non litigiosa. Dispiace vedere che, pur di strappare un titolo su un giornale, c’è chi arriva a disprezzare perfino ciò che dovremmo proteggere con ogni forza. Lasciate stare i Giochi, appartengono ai nostri giovani e al loro futuro e sono la nostra vetrina in tre continenti e in 26 Paesi del Mediterraneo. Sarebbe da incoscienti, per una semplice campagna elettorale, fare un danno del genere alla nostra terra. Un errore imperdonabile». Parole di Massimo Ferrarese, commissario straordinario per i Giochi del Mediterraneo. Parole pubblicate su facebook, quelle del commissario, per spegnere una polemica accesa dal senatore Mario Turco (M5S), che aveva attaccato la scelta di noleggiare due navi da crociera per ospitare gli atleti che parteciperanno ai Giochi del 2026.
«Come se i ritardi, la riduzione dei progetti e la distribuzione di 'pezzi' dei Giochi del Mediterraneo 2026 ad altri territori non bastassero - aveva dichiarato il vicepresidente nazionale del Movimento Cinquestelle - adesso arriva anche un non-investimento di 65 milioni per le spese organizzative della kermesse sportiva che, nella visione originaria del Governo Conte II, avrebbe dovuto rappresentare un'opportunità di sviluppo sostenibile per la provincia ionica. Dopo tre anni di rallentamenti targati Meloni, concretizzatisi in una folle rincorsa per la realizzazione delle infrastrutture, l'assemblea generale costitutiva dei Giochi ha recentemente aumentato il budget per l'organizzazione della manifestazione a 65 milioni di euro, destinandola in buona parte al noleggio di due navi da crociera per il pernottamento dei circa 5.000 partecipanti».
«Non solo: ad oggi - parole sempre del senatore Turco - non si conosce la gestione delle infrastrutture dei Giochi, ma quel poco che sarebbe potuto servire per il rilancio dello sport a Taranto, come la costruzione di un villaggio olimpico, riqualificando aree dismesse della città, viene soppiantato dal noleggio di due navi che assorbiranno, solo per qualche giorno di utilizzo, la maggior parte delle risorse organizzative. Siamo davanti all'ennesimo fallimento della gestione commissariale, del Ministero dello Sport e del Governo Meloni che, a vario titolo, non hanno avuto la lungimiranza di coinvolgere l'intero territorio, stornando risorse dedicate a Taranto sul nolo di grandi navi private. Sembra che ci sia un disegno perverso volto a svuotare la provincia di Taranto di ogni legittima aspirazione futura diversa dalla monocultura industriale. In nessun progetto abbiamo constatato il coinvolgimento della classe imprenditoriale, sindacale, professionale e associativa del territorio. Il MoVimento 5 Stelle si oppone a questa ennesima depauperazione di risorse pubbliche che lascia presagire sprechi e mancate opportunità. È bene che i cittadini sappiano, a un mese dalle elezioni, chi ha lavorato per portare investimenti pubblici sul territorio e chi sta lavorando per sprecarli, disattendo tutte le aspettative per cui il Governo Conte II decise di portare i Giochi nella città dei Due Mari».
Al senatore del M5S aveva immediatamente replicato l'onorevole Dario Iaia (Fratelli d'Italia): «Nessun ritardo nei cantieri dei Giochi del Mediterraneo. E, sospettiamo anche nessun amore verso Taranto da parte del senatore Mario Turco visto che si lancia in accuse e polemiche che di fatto sono smentite anche dal successo degli eventi degli ultimi giorni, grazie anche alla presenza straordinaria (e non programmata inizialmente) della Vespucci e di giornalisti provenienti dai 26 Paesi che parteciperanno ai Giochi. Un atteggiamento politicamente incomprensibile da parte del senatore del Movimento 5 Stelle, che lo porta a dire cose che non corrispondono alla realtà dei fatti: da quando si è insediato il commissario Massimo Ferrarese, vale a dire meno di due anni fa, è stato realizzato quanto non era mai stato realizzato prima: sono partiti il 75% dei cantieri, soprattutto quelli per le opere più grandi. Un grandissimo risultato se solo si pensa che il masterplan di Ferrarese è stato presentato solo il 15 dicembre del 2023, questo vuol dire che in soli 16 mesi è stato fatto il lavoro che non è stato fatto nei quattro anni e mezzo precedenti di gestione affidata soprattutto alla Regione Puglia. E noi ci chiediamo: dov’erano Turco e il Movimento 5 Stelle? Noi ricordiamo che il suo partito faceva parte della maggioranza di Emiliano e non ha mai detto nulla contro l’inerzia di quel Comitato precedente».
«Così come il senatore Turco - ha incalzato Iaia - non può non ricordare che in un’altra maggioranza, quella del Governo Conte, le risorse stanziate erano "solo" 150 milioni sia per la costruzione degli impianti sia per l’organizzazione dei Giochi. Neppure la metà di quanto si sta impiegando realmente visto che il Governo Meloni solo per il completamento degli impianti ha stanziato altri 150 milioni e previsto altri 65 per l’accoglienza di 5.000 atleti e l’organizzazione. Con lo stanziamento previsto dal Governo Conte neppure i Giochi senza frontiere si sarebbero fatti a Taranto! E qui sempre ci chiediamo: perché Turco, braccio destro del premier Conte, non ha previsto risorse sufficienti per la realizzazione del villaggio degli atleti? Visto che per un numero così alto di partecipanti il Comitato internazionale dei Giochi prevede, appunto, o un villaggio, che deve prevedere tutti i servizi aggiuntivi tra cui ristoranti, o soluzioni alternative sempre nella città che ospita i Giochi. A Taranto non c’è e per costruirlo sarebbero serviti di non meno 200 milioni di euro, per questo l’unica alternativa rimangono le navi da crociera che a conti fatti significano una spesa del 10% rispetto a quello che avrebbe comportato costruire ex novo un villaggio che, finiti i Giochi, correva il rischio concreto che diventasse una cattedrale nel deserto. La scelta delle navi da crociera è una scelta, quindi, per far risparmiare e non certo per sperperare ulteriori risorse».
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