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Bari

Omicidio del senza tetto, chiesto il giudizio immediato per il 22enne Paolo Guglielmi

Secondo la Procura, il giovane avrebbe sparato per “provare” una pistola appena acquistata. Contestati anche porto d’arma e ricettazione. Archiviata la posizione di altri tre coetanei

Avvocati in aula

Avvocati in aula

BARI - La Procura di Bari ha depositato la richiesta di giudizio immediato nei confronti di Paolo Natale Guglielmi, il 22enne arrestato il 15 novembre scorso per l’omicidio di Nardev Singh, il cittadino indiano di 38 anni freddato in un casolare abbandonato alla periferia di Ceglie del Campo.

I fatti risalgono al 31 maggio 2024, quando il corpo della vittima fu rinvenuto all’interno di una struttura fatiscente in zona Ceglie del Campo, area degradata della periferia sud di Bari. Le indagini condotte dagli inquirenti hanno permesso di ricostruire un contesto sconcertante: l’uomo sarebbe stato ucciso senza alcuna motivazione apparente, se non quella di sperimentare una pistola acquistata illegalmente.

Guglielmi è accusato di omicidio volontario, con l’aggravante di aver approfittato della condizione di vulnerabilità della vittima e di aver agito insieme a due minorenni, per i quali è già stato disposto un procedimento separato dinanzi al Tribunale per i Minorenni, la cui prima udienza è fissata per il 15 maggio.

A carico del giovane barese, la Procura contesta inoltre il porto e la detenzione di un’arma clandestina, oltre al reato di ricettazione, in relazione alla pistola utilizzata, presumibilmente acquistata al mercato nero pochi giorni prima dell’omicidio.

Nell’ambito dello stesso fascicolo, erano stati iscritti nel registro degli indagati anche altri tre coetanei, tutti ventiduenni, accusati di aver favorito la fuga del trio immediatamente dopo il delitto, aiutandoli ad allontanarsi dalla scena del crimine. Dopo l’analisi dei loro telefoni cellulari, che erano stati sequestrati e successivamente restituiti, la Procura ha però deciso di chiedere l’archiviazione per tutti e tre, ritenendo insussistenti i presupposti per sostenere l’accusa in giudizio.

L’episodio aveva scosso profondamente l’opinione pubblica, per la gratuità e la freddezza con cui sarebbe stato compiuto il gesto. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, si è sviluppata rapidamente grazie anche all’acquisizione di immagini di videosorveglianza e ad alcune intercettazioni ambientali.

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