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Bari

Omicidio di un senza tetto, a processo due minorenni: spararono per "provare la pistola"

Accusati di aver ucciso Nardev Singh per testare un’arma da fuoco, due ragazzi di 17 anni saranno giudicati con rito immediato. Il delitto avvenne alla periferia di Bari nel maggio 2024. Coinvolto anche un 22enne e altri tre maggiorenni

Un'aula di Tribunale

Un'aula di Tribunale

BARI – Saranno giudicati con rito immediato i due minorenni accusati di aver preso parte all’omicidio di Nardev Singh, cittadino indiano di 38 anni, senza fissa dimora, freddato con un colpo di pistola alla periferia del capoluogo pugliese la sera del 23 maggio 2024. I due, all’epoca dei fatti appena diciassettenni, sono oggi reclusi nell’istituto penale minorile Fornelli di Bari e dovranno rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, oltre che di porto e detenzione abusiva di arma da fuoco e ricettazione.

La Procura dei Minorenni ha richiesto e ottenuto il giudizio immediato, ritenendo le prove a carico dei due giovani talmente solide da non necessitare dell’udienza preliminare. L’apertura del processo è fissata per il prossimo 15 maggio.

Secondo le ricostruzioni investigative, coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dal pubblico ministero Matteo Soave, e condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Bari, il movente dell’omicidio risulterebbe agghiacciante: testare l’efficacia di una pistola appena acquistata. L’arma, una semiautomatica, sarebbe stata comprata poche ore prima per la somma di 250 euro. Inizialmente provata su alcuni oggetti, la decisione dei tre sarebbe poi ricaduta sull’uso dell’arma contro una persona in carne e ossa.

I tre giovani avrebbero raggiunto un rudere abbandonato nella zona di Ceglie del Campo, dove sapevano dimorasse il senzatetto. Dopo aver attirato l’attenzione dell’uomo, gli avrebbero sparato due colpi. Uno di questi ha raggiunto Singh al petto, uccidendolo sul colpo.

L’arresto degli indagati è scattato nel novembre scorso, a distanza di alcuni mesi dal delitto. In quell’occasione sono stati identificati e denunciati anche altri tre maggiorenni, accusati di aver favorito la fuga del gruppo dopo l’omicidio. Per loro, al momento, è stato disposto l’obbligo di firma, ma le indagini restano aperte.

Gli inquirenti parlano di un’azione brutale e priva di qualsiasi giustificazione logica, dove a dominare sarebbero stati l’assenza di empatia e la volontà di emulare modelli criminali. Un omicidio che ha sconvolto l’opinione pubblica e ha acceso i riflettori sul disagio giovanile e sulla facilità con cui anche i più giovani possono entrare in possesso di armi da fuoco.

Uno dei due minori è oggi diventato maggiorenne, mentre l’altro lo sarà a breve. Entrambi restano detenuti in attesa del processo, durante il quale verranno ricostruiti tutti i dettagli della vicenda, dalla compravendita dell’arma fino alle responsabilità dirette nell’esecuzione del delitto.

Nardev Singh, invisibile nella vita come nella morte, era conosciuto nella zona come una presenza solitaria e silenziosa. Viveva in condizioni di estrema povertà, in un edificio fatiscente ai margini della città, lontano dai riflettori e dalla vita urbana. La sua uccisione ha lasciato sgomenta l’intera comunità e ha aperto un doloroso dibattito sul grado di disumanità che può raggiungere certa criminalità giovanile.

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