Notizie
Cerca
Ex Ilva
18 Febbraio 2025 - 06:05
Dall'alto Kamal Ibrahimov (Baku Sc) e Naveen Jindal (Vulcan Green Steel)
Stupore. E malcelata irritazione. Sul futuro di Acciaierie d’Italia e del suo asset cruciale, lo stabilimento siderurgico di Taranto, arriva un messaggio chiaro dall’India. Il gruppo Jindal International, che tramite la controllata Vulcan Green Steel punta a mettere le mani sugli impianti pugliesi, fa trasparire “sorpresa” per “quanto si apprende dalla stampa”, e cioè che Baku Steel Company sia già con un piede in Italia, da vincitore designato della gara predisposta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Fonti vicine a JSI, come riportato dall’agenzia Ansa, riferiscono di una azienda, Jindal, “consapevole della propria forza industriale e di come le proprie competenze ed esperienza nella gestione di impianti complessi come Ilva sarebbero fondamentali per garantire un futuro a Taranto e all’acciaio in Italia; così come è un fatto oggettivo la mancanza di esperienza di Baku Steel nella gestione di impianti complessi come Ilva, che richiede un background importante che Jindal ha dimostrato” di avere. Secondo le stesse fonti “sarebbe fondamentale avere nella scelta una visione a lungo termine e guardare agli investimenti che Jindal ha dichiarato per garantire la stabilità dell’Ilva e assicurarne la crescita per il bene dell’intera filiera siderurgica italiana”.
L’ufficializzazione della scelta su chi prenderà le redini della fabbrica - una volta uscita dall’amministrazione straordinaria - spetta ai commissari straordinari di AdI, ma Il Messaggero, Il Fatto Quotidiano ed Il Giornale hanno riportato come Baku SC sia nettamente avanti rispetto a Jindal-Vulcan in quella che è diventata una corsa a due. Un vantaggio basato su una ragione semplicissima: il gas. “Oltre ad aver presentato l’offerta migliore, nel rispetto dei requisiti di gara, gli azeri avrebbero messo a garanzia dell’operazione un’extra intesa sul gas che è l’unica in grado di far tornare i conti a Taranto” scrive Il Giornale.
MF - Milano Finanza sottolinea come Jindal abbia presentato "un piano industriale forte e molto allineato all’obiettivo di decarbonizzazione dell’Ilva. Ma, dopo il fallimento di ArcelorMittal, la città di Taranto è restia ad affidare nuovamente il futuro della siderurgia a un proprietario indiano", mentre Baku è "un gruppo più piccolo ma proveniente dall’Azerbaijan. Un Paese con cui l’Italia fa grossi affari, soprattutto in ambito energetico (si pensi al gasdotto Tap). Ed è proprio l’energia l’asso nella manica del gruppo: secondo alcune indiscrezioni, se la cordata azera dovesse aggiudicarsi la gara, potrebbe investire anche in un rigassificatore da posizionare al largo del golfo tarantino. La palla è in mano ai commissari straordinari, Giovanni Fiori, Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli, che dovranno valutare attentamente le proposte e formulare il parere da trasmettere al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, le tempistiche sono abbastanza stringenti: dieci giorni per fornire un nome al ministro Adolfo Urso e l’assegnazione del bando di gara entro metà marzo".
Con Baku Steel arriverebbe a Taranto anche la holding statale Azerbaijan Investment Company Joint-Stock Company, di proprietà del Governo della Repubblica dell’Azerbaijan con la governance in mano al Ministero dell’Economia. Questo, nel contesto di un Paese in cui il potere è saldamente in mano da decenni ad una sola famiglia, gli Aliyev: dal 1993 alla presidenza della Repubblica si sono alternati l’ex segretario del Partito Comunista, Heydar Aliyev e, alla morte di quest’ultimo, il figlio Ilham, al potere ininterrottamente da 2003.
Mondi diversi, Baku e Jindal, per storia, filosofia aziendale, cultura d'impresa; due gruppi emergenti accomunati da grandi ambizioni e dalla voglia di sedere al tavolo dei top player. Uno dei nodi da sciogliere, per entrambi i contendenti, è quello dei possibili esuberi su Taranto, tra le duemila e le tremila unità. «Per l’ex Ilva è arrivato il momento di rendere concrete le garanzie occupazionali, gli investimenti per il rilancio e la decarbonizzazione: urge un accordo tra sindacati e proprietà subentrante che verta sul Gruppo nella sua interezza. Nessun lavoratore, inoltre, deve essere messo in discussione tra gli oltre 15.000 dipendenti tra sociali, Ilva AS e appalto» dichiarano su questo, dal fronte sindacale, Antonio Spera, Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, e Daniele Francescangeli, Vice Segretario Nazionale con delega alla siderurgia.
«Per l’Ugl Metalmeccanici – sottolinea Spera – la chiarezza del perimetro occupazionale è una delle priorità insieme alla decarbonizzazione della produzione dell’acciaio e agli investimenti ambientali. Il governo ha messo in campo mezzi per supportare il rilancio dell’Ilva, a partire dall’aumento delle risorse disponibili. Adesso però, una volta determinata l’offerta migliore, chiediamo come organizzazione sindacale che parta un confronto vero per la stesura definitiva del contratto di vendita, in tempi brevi. Urge un incontro col governo sulla situazione non più sostenibile in cui versano i lavoratori e le loro famiglie, nonché le relative comunità, e arrivare ad un accordo sindacale con le società siderurgiche interessate. Gli obiettivi devono essere la transizione green, la tenuta dei livelli occupazionali, gli investimenti tecnologici e finanziari ovvero tutto ciò che serve per fare di Taranto, nuovamente, il più grande impianto siderurgico e il più avanzato dell’UE a beneficio della siderurgia italiana e della produzione di acciaio in Italia».
I più letti
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA