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Il Siderurgico

Acciaierie d'Italia, arriva lo smart working

Oggi siglato l'accordo

La riunione di oggi

La riunione di oggi

Lo smart working approda in acciaieria. «L'accordo siglato oggi a Roma rappresenta un passo avanti in tema di relazioni sindacali all'interno di Acciaierie d'Italia in Amministrazione Straordinaria»: ad affermarlo il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D'Alò e il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano, presenti al confronto insieme alla Rsu Fim Cisl.

Parliamo di un percorso sperimentale di un anno su una base di partenza di 51 giorni annui, ma che - come da richiesta proprio dei metalmeccanici della Cisl - può contribuire anche, in caso di situazioni emergenziali in cui è prevista l'attivazione dalla cassa integrazione, di contenere l'accesso al l'ammortizzatore sociale. Per Franco Rizzo (Usb) «certamente positivo il nostro parere circa l’accordo siglato oggi al termine di un incontro tenuto a Roma sull’utilizzo dello smart working per i lavoratori di AdI in Amministrazione Straordinaria».

A chi si rivolge

Da una prima stima aziendale, la platea dei lavoratori controlli si aggira complessivamente sulle 2200 unità. In particolare sono circa 1700 unità operative tra dirigenti, quadri, oltre ulteriori 500 se si considera staff, acquisti e legali.

«Questo ulteriore passo conferma - ancora parole di Valerio D'Alò - così come l'avanzamento del piano di ripartenza, che ci si avvia alla fase di conclusione della gara per l'assegnazione in un clima assolutamente differente dal passato in cui potremmo discutere del futuro occupazionale ed ambientale del gruppo avendo una base di relazioni industriali e di confronto soddisfacenti».

I numeri della produzione e della cassa integrazione

A margine dell'incontro l'azienda ha reso noto il numero del personale interessato dalla Cigs, passato dalle 2604 unità del mese di settembre alle 2738 del mese di ottobre per diminuire a 2534 di novembre. In termini di produzione di acciaio, l'azienda attualmente viaggia sui 1.7 milioni tonnellate di acciaio.

La Fiom: «Il futuro dell'azienda resta incerto»

"Al 30 novembre, le tonnellate di acciaio prodotte sono state 1 milione e 700mila e rimane un mese di produzione. Dal punto di vista occupazionale, attualmente la cassa integrazione, alla ripartenza dell'altoforno 1, riguarda poco più di 2.300 lavoratori di tutti gli stabilimenti rispetto ai 4.050 previsti dall'accordo di luglio. Come organizzazioni sindacali nell'incontro di oggi abbiamo chiesto di aprire finalmente la discussione anche sull'azienda che verrà a prescindere da chi sarà il soggetto che l'acquisirà". Così Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, dopo l'incontro di oggi a Roma tra le delegazioni sindacali di tutti gli stabilimenti di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria e la direzione aziendale sulla cassa integrazione e sull'andamento del piano di ripartenza. "Per questo è necessario dare un quadro di insieme degli impianti esistenti e quelli futuri, legati al percorso di decarbonizzazione. Questi elementi dovranno essere oggetto di discussione con i commissari straordinari nel prossimo incontro previsto nel mese di gennaio", continua Scarpa.

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