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Acciaierie d'Italia, Genova rivuole l'area a caldo. "Indipendenti da Taranto"

Il futuro del Siderurgico

Marco Bucci

Marco Bucci

Un forno elettrico per ripristinare l'area a caldo ed essere "liberi" dalla dipendenza da Taranto. Interessa anche il capoluogo ionico quanto si sta pensando di fare a Genova, l'altro grande polo siderurgico di Acciaierie d'Italia. Oggi AdI è in amministrazione straordinaria e con un bando di vendita degli impianti che ha visto un allungamento dei tempi: a Cornigliano l'idea è quella di rendersi indipendenti dalle sorti, incerte, dello stabilimento tarantino per il quale ad oggi gli unici interessi concreti sembrano quelli di due outsider come Baku Steel Company e Vulcan Green Steel.

E' il portale Genova24, in un articolo di Fabio Canessa, a riportare la notizia e l'apertura sul tema fatta dal nuovo presidente della Regione Liguria, Marco Bucci: “Noi valuteremo tutte le ipotesi, siamo aperti a tutti i progetti che vengono anche dalla minoranza. Ho avuto un incontro coi sindacati che mi hanno messo sul tavolo alcune opportunità. È presto per parlarne perché non abbiamo ancora nessuna certezza dal punto di vista progettuale e finanziario, però siamo disposti a valutare tutto”. Parole pronunciate a margine dell’assemblea pubblica di Confindustria Liguria nello stabilimento di Ansaldo Energia a Campi. 

Acciaierie d'Italia - Genova

"Ovviamente" ancora Bucci "bisogna far sì che queste cose siano compatibili con l’ambiente, non possiamo pensare di mettere insieme produzioni che non sono compatibili con l’ambiente. Ma oggigiorno la tecnologia è forte per dare la possibilità a tutti di fare cose importanti”.

Di un forno elettrico con laminatoi a caldo a Genova si parla ormai da qualche mese, scrive Genova24, e lo stesso ministro delle Imprese Adolfo Urso aveva condiviso questa possibilità in un incontro coi sindacati. A spingere in questa direzione è stato il delegato della Fiom Armando Palombo, anticipando uno dei problemi che si porrebbero, cioè l’alimentazione di un impianto così energivoro. Tra le ipotesi c’è quella di una “mini centrale nucleare di ultima generazione” che incrocerebbe le competenze di Ansaldo Nucleare.

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