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La crisi

Leonardo Grottaglie, torna a salire la tensione

I sindacati "chiamano" l'azienda. Preoccupa la situazione di Boeing

Leonardo

Oggi incontro su Leonardo

Torna a salire la tensione in merito allo stabilimento Leonardo di Grottaglie.

Fim, Fiom e Uilm chiedono "un incontro urgente" all'azienda: questo, "a seguito della ricezione della nota di avvio di proroga CIGO Dlgs n. 148/2015 per ulteriori 13 settimane a partire dal 18 novembre 2024". Le Rsu dei metalmeccanici confederali di Leonardo Grottaglie vogliono l'incontro "prima dell'esame congiunto, in previsione di un nuovo scenario industriale legato ad un imminente piano produttivo della committente Boeing, peggiorativo rispetto al precedente, così come dichiarato dal capo divisione Aerostrutture durante l'informativa annuale dello scorso 16 ottobre".

Continuano i sindacati nella richiesta ai vertici aziendali: "Avendo questo nuovo periodo di CIGO come termine il 16 febbraio 2025, ben oltre il 31/12/2024 così come previsto dall'accordo quadro di luglio 2024, è necessaria una discussione approfondita a conferma di quanto sottoscritto circa investimenti, diversificazione e gestione spazi previsti dall'accordo stesso, sulla gestione del vuoto lavoro del  2025 e sugli impatti per le aziende ed i lavoratori dell'indotto".

 

La situazione della committente statunitense Boeing è a dir poco complicata. Lo scorso settembre più di 30.000 workers hanno respinto la proposta di contratto collettivo offerta dal gigante americano dell’aviazione, proclamando lo sciopero. Secondo le stime dell’International Association of Machinists and Aerospace Workers, il sindacato che rappresenta i lavoratori dell’azienda situati nell’area di Seattle e in Oregon, il 94,6% dei dipendenti si è espresso contro l’accordo. Il primo sciopero dal 2008 avviene in un momento in cui il produttore di aerei è sotto severo controllo da parte delle autorità di regolamentazione e dei clienti statunitensi, dopo che a gennaio un pannello di una portiera ha fatto saltare in aria un aereo 737 MAX, ha ricordato l'agenzia Reuters.

I lavoratori hanno quindi votato mercoledì 23 ottobre per rifiutare l’ultima offerta contrattuale dell’azienda e per continuare uno sciopero di sei settimane che ha bloccato la produzione dei jet di linea più importanti del gigante aerospaziale.

Proprio nello stabilimento Leonardo di Grottaglie si producono le fusoliere per Boeing, in un regime di monocommittenza che si vuole provare a superare - ma che resta il vero tallone d’Achille di uno dei principali poli occupazionali del territorio. Quanto sta accadendo in America rende decisamente più stretto lo ‘spazio’ per prossime commesse da parte dell’azienda statunitense.

Nelle scorse settimane, Fim Fiom e Uilm hanno raggiunto un accordo con Leonardo sulla diversificazione industriale del sito di Grottaglie nel quale - entro la fine del 2025 - opereranno cinque divisioni dell’azienda: Aerostrutture, Elettronica, Elicotteri, LLS e LGS.

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