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Comune - La crisi

Luigi Abbate non firma e salva Melucci

La clamorosa svolta al termine di una giornata thrilling

Palazzo di Città

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Ore 19: Abbate non firma e salva Melucci

Svolta clamorosa: Luigi Abbate non firma e così salva Melucci. Il consigliere comunale non si è presentato nello studio del notaio Monti e ha diramato un comunicato nel quale afferma di non firmare le dimissioni, perché - dichiara «non sono il pupazzo di Michele Emiliano». Di fatto è la mossa che tiene a galla il sindaco Melucci. Delusione tra gli altri sedici consiglieri che avevano sottoscritto le dimissioni. Sui social, intanto, si scatenano invettive contro Abbate: il più chiassoso oppositore di Melucci, alla fine, si è rivelato il suo salvatore.

Ore 18.30: Nessuna notizia di Luigi Abbate

Anche Massimo Battista ha sottoscritto le proprie dimissioni davanti al notaio. A questo punto per far scattare lo scioglimento del consiglio comunale mancano solo le dimissioni di Luigi Abbate, del quale non si hanno notizie. Per quanto possa apparire incredibile, è proprio lui in questo momento a tenere in piedi Melucci.

Ore 17.14: Massimo Battista dal notaio

Tra circa tre quarti d'ora Massimo Battista sarà dal notaio per firmare le sue dimissioni. Lo ha reso noto lo stesso consigliere con un post su Facebook: «Alle ore 18 sarò allo studio notarile Monti in Via De Cesare 61, per decretare finalmente la fine politica dell'amministrazione Melucci. Solo per la cronaca, in soli 6 anni, questa è la terza volta che mi reco da un notaio per porre fine all'incapacità di chi ha sostenuto Melucci in questi anni (PD, 5 stelle, verdi, una strada diversa, partito socialista e con). Ancora una volta, sono qui, nonostante il mio precario stato di salute, a dimostrare che viene prima il bene della città piuttosto che gli interessi personali. Mi auguro che alle prossime elezioni vengano spazzati via chi, da oltre 30 anni, amministra Taranto». Ora si attendono segnali da Luigi Abbate, che a questo punto è l'unico a mancare all'appello dei dimissionari.

Ore 16.32: All'appello mancano Luigi Abbate e Massimo Battista

Mancano solo le firme di Luigi Abbate e Massimo Battista per arrivare alle 17 dimissioni contestuali che provocherebbero lo scioglimento del consiglio comunale. I due consiglieri in questi giorni hanno chiarito che le loro dimissioni sarebbero arrivate solo se già acquisite le altre quindici. Dopo il via libera di Fratelli d'Italia e Lega e quindi con le firme di Vietri, Toscano e Francesco Battista, le quindici dimissioni attese da Massimo Battista e Luigi Abbate ora ci sono. A questo punto mancano solo loro due per far calare il sipario sull'amministrazione Melucci.

Intanto, non sarà più l'ex assessore Francesca Viggiano la delegata a presentare l'atto con le dimissioni contestuali. La scelta è ricaduta su una figura politicamente neutra: si tratta dell'avvocato Simona Sardella. Una mossa per evitare il marchio di primogenitura del Pd e quindi rendere più agevole questa delicatissima fase politica.

Ore 16.10: Fratelli d'Italia e Lega: sì a dimissioni 

Fratelli d'Italia e Lega avrebbero sciolto la riserva: i consiglieri comunali Vietri, Toscano e Battista dopo un tormentato vertice romano avrebbero ricevuto indicazione di andare a presentare le dimissioni davanti al notaio. Se così fosse, all'appello mancherebbero solo Massimo Battista e Luigi Abbate.

Ore 15.55: Arrivano altre tre firme

Anche i tre consiglieri di Svolta Liberale hanno sottoscritto le proprie dimissioni davanti al notaio Monti. Con le firme di Walter Musillo, Francesco Cosa e Cosimo Festinante, salgono dunque a dodici i consiglieri dimissionari. Mancano all'appello i due consiglieri di Fratelli d'Italia, Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano, il consigliere della Lega, Francesco Battista, e i due civici Massimo Battista e Luigi Abbate.

Ore 14.27: Dimissioni a quota nove

All'appello mancano otto firme. Quelle dei consiglieri Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano (Fratelli d'Italia),  Francesco Battista (Lega), Francesco Cosa, Walter Musillo e Cosimo Festinante (Svolta liberale), Massimo Battista (Una città per cambiare) e Luigi Abbate (Taranto senza Ilva). Massimo Battista e Abbate hanno chiarito che si recheranno dal notaio solo dopo che saranno già state acquisite quindici dimissioni. Vietri, Toscano e Francesco Battista attendono invece l'esito del vertice a Roma dove sarà deciso se salvare o meno Melucci con un rocambolesco ribaltone. Vengono invece dati come prossimi alla firma i tre consiglieri di Svolta Liberale.

La situazione

Sono nove al momento i consiglieri comunali che hanno firmato le dimissioni davanti al notaio Monti. Ecco chi sono: Piero Bitetti e Stefania Fornaro (Con), Lucio Lonoce e Vincenzo Di Gregorio (Partito Democratico), Luca Contrario (Una strada diversa), Antonio Lenti (Verdi), Mario Odone (Movimento 5 stelle), Gianni Liviano (Demos), Massimiliano Di Cuia (Forza Italia).

Particolarmente significative le dimissioni di Massimiliano Di Cuia, che con il suo gesto ha di fatto rotto l'ipotetico fronte del centrodestra che starebbe valutando se appoggiare il sindaco Rinaldo Melucci e quindi, di fatto, compiere un clamoroso ribaltone.

L'ipotesi del ribaltone si è affacciata ieri sera. A Bari c'è stata una riunione tra i segretari regionali Marcello Gemmato (Fratelli d'Italia), Mauro D'Attis (Forza Italia) e Roberto Marti (Lega). In queste ore le discussione si è spostata a Roma con i parlamentari tarantini e pugliesi. Entro oggi dovrebbe essere sciolta la riserva.

Ricordiamo che per produrre lo scioglimento del consiglio comunale occorrono diciassette firme.

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