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Il Siderurgico

«Così la crisi dell'ex Ilva contagia la città»

La nota di A.I.G.I.

L'ex Ilva

L'ex Ilva

“Mentre i dottori si consultano, il paziente muore… L’ex Ilva è un paziente terminale per quanto molto riluttante a tirare le cuoia. Festeggiamo quest’anno l’undicesimo anno di agonia cominciata, come tutti sanno, nel lontano 2012 con il sequestro degli impianti alla famiglia Riva”. Così Aigi, l’Associazione Indotto AdI e General Industries, in una nota.

Per restare nella metafora, l’associazione che raggruppa diverse imprese dell’appalto siderurgico, dice che “il malato non è solo, e per giunta è anche infettivo; ad essersi ammalato e ad essere in agonia assieme all’ex Ilva, infatti, c’è un intero indotto fatto di piccole e medie imprese che come brave infermiere negli anni hanno accudito lo stabilimento continuando a prestare le loro cure (forniture) spesso illuse da governi pifferai che disegnavano poco più avanti traguardi di risanamento e rilancio dello stabilimento ad ogni vigilia di elezione. Ma, cura oggi, cura domani, ad un certo punto le forze (finanze) vengono a mancare perfino all’infermiera più solerte, allora anche le aziende dell’indotto si ammalano irrimediabilmente e giù cure da cavallo fatte di cassa integrazione, licenziamenti e fallimenti (morte) come è normale che accada ai malati gravi”.

Per Aigi, “in agonia è anche la città di Taranto i cui cittadini non contano più su stipendi solidi e bancabili e che pertanto sono costretti a tirare la cinghia”.

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