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Il Siderurgico
21 Giugno 2023 - 06:30
E’ uno scontro senza fine, quello che contrappone Acciaierie d’Italia ai sindacati. L’ultimo atto, la nota con cui le segreterie e le Rsu di Fim, Fiom, Uilm e Usb stigmatizzano il comportamento dell’azienda che - si legge - «nel giorno in cui è arrivata la convocazione da parte della Regione Puglia per un esame congiunto in merito alla cigs ex art. 4, comma 11 ter, ha inoltrato una comunicazione, attraverso il portale di AdI, ai lavoratori con la quale dispone che il dipendente in “pendenza della procedura per la richiesta di Cigs” dovrà astenersi, per un determinato periodo, dal prestare attività lavorativa.
È del tutto evidente che in attesa che si chiuda la procedura ex art.44, comma 11 ter ed in attesa della voltura della cassa integrazione prevista dal decreto legge, risultato subito dopo il Consiglio dei Ministri del 15 giugno, ci sia un vuoto dal punto di vista della copertura dell’ammortizzatore sociale che non può ricadere sui lavoratori di AdI; infatti, nella comunicazione aziendale, è riportata una dicitura alquanto imprecisa e forviante in merito ai compensi dei lavoratori che, secondo l’azienda, sarebbero “in misura pari a quanto previsto nella medesima procedura”». Fim, Fiom,Uilm e Usb precisano che «in assenza di una copertura dell’ammortizzatore sociale e in attesa di conoscere quanto previsto dal decreto legge che definirà la voltura della procedura di cassa integrazione e le condizioni normative in merito alla retroattività dell’utilizzo dell’ammortizzatore sociale l’azienda si deve fare carico interamente del costo del lavoro. Ancora una volta Acciaierie d’Italia attraverso il suo ad prova a scaricare sui lavoratori scelte sbagliate, ma sia chiaro che, qualora dovessero verificarsi irregolarità nelle busta paga dei lavoratori, ci rivolgeremo agli uffici legali competenti per denunciare un atteggiamento che definiamo palesemente antisindacale».
«Riteniamo assurdo che mentre la società persevera in comportamenti irrispettosi nei confronti dei lavoratori e dell’intera comunità tarantina, in sede ministeriale si continua a prendere tempo discutendo di processi di riconversione del tutto retorici in assenza di un documento condiviso che identifichi un piano industriale attraverso un progetto concreto con le relative fonti di finanziamento», dicono i sindacati. «Pretendiamo che i finanziamenti pubblici erogati vengano indirizzati verso un’idea di futuro che non può prescindere da un immediato cambio della governance societaria» è la chiosa di Fim, Fiom, Uilm e Usb.

Si è tenuto ieri 20 giugno l’esame congiunto avente ad oggetto il trattamento di Cigs ex art. 44, comma 11. L’incontro si è tenuto presso la Regione Puglia, con la presenza del Ministero del lavoro, dell’azienda e delle organizzazioni sindacali, aperto dal dirigente della sezione delle politiche e Mercato del Lavoro, Giuseppe Lella, ed è stato mirato a puntualizzare che i fondi impegnati nel trattamento di Cigs ex art. 44, comma 11-ter del D.lgs. n. 148/2O15, saranno di esclusiva competenza ministeriale, pur essendo la Regione Puglia la promotrice del tavolo, per la competenza territoriale. Presenti al tavolo i rappresentanti del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, Alessandro Currado e Emanuela Cigala, della Divisione VI della Direzione Generale dei Rapporti di Lavoro e delle Relazioni Industriali. Hanno ribadito come sia nelle corde del governo, ed in tempi brevi, la formalizzazione di un provvedimento che, con effetto retroattivo, consentirebbe la salvaguardia salariale per i lavoratori appartenenti ad aziende di carattere strategico, con un numero di dipendenti superiore a 1000 unità.
La riunione è terminata con un rinvio della procedura di cassa integrazione ex art. 44 comma 11 – ter in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale «che indubbiamente, non risolve quanto chiesto dalla Fiom-Cgil in merito alla gestione unilaterale dell’ammortizzatore sociale da parte dell’attuale management, dei futuri assetti societari, del rilancio produttivo dello stabilimento siderurgico e della prospettiva occupazionale, industriale ed ambientale» dicono Roberto D’Andrea, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil e Francesco Brigati, segretario generale Fiom-Cgil di Taranto. «È del tutto evidente che in assenza del cambio dell’attuale management e di un ingresso in maggioranza nel capitale sociale di Acciaierie D’Italia da parte di Invitalia non si possa garantire una transizione ecologica, produttiva e sociale». In rappresentanza della Ugl Metalmeccanici, presenti il segretario provinciale Alessandro Dipino e la coordinatrice Industria Concetta Di Ponzio. «Non conoscendo quelli che saranno i contenuti del provvedimento, crediamo sia sacrosanto discutere dello stesso solo dopo aver letto lo stesso, considerando che, ai tanti proclami sinora fatti dal governo non sono seguite mai prese di posizioni nette né tantomeno la voglia di trovare soluzioni radicali e pertanto, è necessario aggiornare il tavolo all’indomani del provvedimento e se lo stesso prevederà la necessità o meno di poter accedere all’ammortizzatore “ad hoc” anche senza l’accordo con le organizzazioni sindacali» ha dichiarato Dipino.
«In attesa di avviare la procedura, ma pur riconoscendo il senso di responsabilità alle organizzazioni sindacali, Acciaierie d’Italia ha inviato ai lavoratori destinatari della Cigs, una comunicazione nella quale si impone agli stessi di astenersi dal prestare la propria attività lavorativa, senza specificare quale sia lo strumento che sarà adottato per la retribuzione delle suddette giornate, che in ogni caso devono ricadere all’interno delle “responsabilità” dell’azienda, se di responsabilità si vuol parlare» conclude Dipino.
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