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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"L'epopea della fenice" di Angela Kosta

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di venerdì 10 ottobre 2025, è:

    L'EPOPEA DELLA FENICE

    di ANGELA KOSTA da Umbertide (PG)

    Corpuscoli di astri sotto i crateri ardenti,
    trionfi mai detti nell’epopea dei tempi,
    incisi su papiri e pietre miliari di tempeste,
    con la mano di ferro del dominio
    della fenice sanguigna che il globo ruota,
    assetata nel fulcro dell’inferno,
    sotto le rovine incenerisce...
    e di nuovo rinasce,
    rinasce per governare il mondo.

    E noi tacciamo,
    io taccio...
    impotente
    di fronte alla misericordia,
    per sfidare i tempi dove siamo rimasti
    decapitati, senza occhi...

    Oggi...
    ancora così continuiamo a rimanere...
    tracce di epopee senza gloria,
    lo scherno del fallimento dietro lasciamo,
    il peso del tempo portiamo alle spalle,
    mentre le tenebre dell’anima mastichiamo
    senza le lacrime dei secoli…

       

    Recensione

    Il tema centrale della poesia è la rinascita che segue la distruzione, vista non come mito consolatorio, ma come ciclo inesorabile di dominio e sconfitta. L’epopea della fenice di Angela Kosta mette in scena la potenza di un simbolo antico - la fenice - trasformandolo in allegoria dell’umanità stessa, capace di risorgere dalle proprie rovine ma destinata a ripetere gli stessi errori.


    L’immagine iniziale, “Corpuscoli di astri sotto i crateri ardenti”, apre un paesaggio cosmico e incandescente, in cui la materia e il fuoco diventano strumenti di memoria e di potere. La “mano di ferro del dominio” e la “fenice sanguigna” sono figure di forza assoluta, ma anche di condanna: la rinascita avviene dal fuoco dell’inferno, non dalla luce della grazia.


    Lo stile è solenne, visionario, nutrito di immagini potenti che mescolano mito e apocalisse. L’autrice alterna versi lunghi e brevi, creando un ritmo che segue la respirazione del mondo che arde e si ricrea. La ripetizione di “rinasce” ha un valore quasi rituale, ma subito la voce poetica interrompe la visione con un brusco ritorno alla realtà: “E noi tacciamo, / io taccio…”.


    Qui la poesia si fa confessione e denuncia. Il soggetto collettivo e quello individuale si sovrappongono: l’umanità intera tace, disarmata davanti alla propria rovina. L’esplicito, con “le tenebre dell’anima” che tutti mastichiamo, è un grido silenzioso contro la rassegnazione.


    La scrittura di Angela Kosta unisce forza epica e dolore umano, portando nella simbologia della fenice il peso di un mondo che continua a rinascere, sì, ma sempre più stanco. La sua poesia lascia un messaggio amaro e lucido: la rinascita non basta, se non è accompagnata da memoria e coscienza.

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