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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"La casa nella palude" di Gianni Iannantuoni

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di martedì 7 ottobre 2025, è:

    LA CASA NELLA PALUDE

    di GIANNI IANNANTUONI da Limbiate (MB)

    In questa palude
    vedo quella casa diroccata,
    la luna illumina quel sentiero,
    fa freddo, la neve brilla,
    sotto gelidi raggi.
    Quella casa
    mi darà un po’ di calore,
    mi appoggio ad un albero, per riposare,
    e poi a un secondo, per riposare,
    e poi ad un terzo, per riposare.
    Ma…
    Entro, trovo dei pennelli, dei colori,
    sul fondo una parete vuota
    e lì… dipingo la mia vita.

       

    Recensione

    C’è un senso di smarrimento e di ricerca che attraversa questi versi, come se il protagonista camminasse dentro una notte gelida in cerca di un riparo per l’anima. La “casa nella palude” non è solo un luogo fisico, ma una metafora di rifugio interiore, un punto in cui la solitudine incontra la possibilità di rinascere.


    Gianni Iannantuoni da Limbiate costruisce una scena semplice e visiva: “La luna illumina quel sentiero, / fa freddo, la neve brilla”. Le immagini sono nitide, immediate, e fanno percepire il contrasto tra la durezza dell’ambiente e il bisogno umano di calore e accoglienza.


    Il linguaggio è diretto, privo di orpelli, e proprio per questo riesce a rendere autentica la tensione emotiva. L’andare, il sostare, il cercare conforto diventano i gesti di chi attraversa non solo un paesaggio reale, ma anche la fatica del vivere. Le ripetizioni (“mi appoggio ad un albero, per riposare… e poi a un secondo… e poi ad un terzo”) restituiscono la lentezza e la stanchezza del cammino, come un respiro che si fa sempre più corto.


    E poi, l’improvvisa apertura: “Entro, trovo dei pennelli, dei colori… e lì dipingo la mia vita.” È il momento della rivelazione, in cui la casa abbandonata si trasforma in spazio di creazione, la palude in terreno fertile per rinascere. L’artista, anche nella solitudine e nel freddo, trova la forza di dare forma alla propria esistenza.

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