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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"A poco a poco" di Sara Ferragli

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di lunedì 6 ottobre 2025, è:

    A POCO A POCO

    di SARA FERRAGLIA da Parma

    A poco a poco, con calma e lentezza,
    svuotò tutti i cassetti e poi gli armadi.
    Nel farlo ricordava la bellezza
    della sua gioventù, dei tempi andati.

    Le scarpe le donò a quella donna
    che medicava i piedi dei migranti
    e gli abiti più belli ai senzatetto
    sempre più numerosi sotto i ponti.

    Coi vestiti più vecchi poi cucì
    pupazzi e copertine per bambini
    e li portò all'Emporio Solidale
    per addolcire i pacchi di Natale.

    Oro e gioielli non ne aveva più,
    regalati nel tempo ai familiari.
    Conservò un braccialettino in quarzo blu,
    di cui non ricordava provenienza.

    Solo quello indossò sul corpo vecchio,
    perché color del cielo nella notte.
    Si pettinò e sorrise nello specchio,
    lisciò i capelli bianchi come il latte.

    E nella notte blu e senza luna
    se ne andò via, leggera come piuma.

       

    Recensione

    Il tema della poesia è la dolce preparazione al congedo, un addio pacato che si compie con gesti di cura e di generosità. Sara Ferraglia racconta la fine della vita non come un momento di dolore, ma come un lento svuotarsi del superfluo per restare solo con l’essenziale.


    Ogni gesto della protagonista diventa simbolico: “Le scarpe le donò a quella donna / che medicava i piedi dei migranti”, e subito dopo gli abiti, i pupazzi, i ricordi. È un atto di restituzione al mondo, come se la vita, nel suo ultimo tratto, si chiudesse in un cerchio di solidarietà e tenerezza.


    Il linguaggio è semplice, chiaro, privo di parole altisonanti. La poesia scorre con un ritmo regolare, cadenzato dalle rime che accompagnano il lettore in modo naturale, quasi come una filastrocca malinconica e luminosa insieme. Ogni quartina è un piccolo quadro domestico, dove la calma dei gesti quotidiani si trasforma in poesia.


    Conservò un braccialettino in quarzo blu, / di cui non ricordava provenienza” segna il passaggio dall’azione concreta alla memoria, dal gesto al simbolo: il colore del cielo nella notte diventa immagine di purezza e di pace interiore.


    Il finale chiude con grazia e dolcezza: “E nella notte blu e senza luna / se ne andò via, leggera come piuma.” È una morte lieve, che non spaventa, perché è attraversata da un senso di compimento. L’ultima immagine è di leggerezza, quasi di liberazione, come se la vita, donata pezzo dopo pezzo, avesse finalmente ritrovato la sua forma più leggera e sincera.


    La poesia lascia un’emozione di pace profonda: la vita che si chiude può essere anche un gesto d’amore verso gli altri, una restituzione serena di ciò che si è stati.

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