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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"I poeti non si redimono" di Elena Scarpello

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di martedì 16 settembre 2025, è:

    I POETI NON SI REDIMONO

    di ELENA SCARPELLO da Salò (BS)

    Se io fossi immemore di codesto
    mio torturato cuore,
    chiuso nel disfacimento del mio corpo
    che mostra, mendace, il mio viso
    di bambina, allora potrei ancora
    regalarti amore.

    Tu sei il rammarico di ricordi lontani,
    di un bacio immacolato mai dato.
    Non voglio dimenticarti, né accendere
    altre poesie o riaprire ferite mai chiuse.

    I poeti non si redimono,
    non peccano di inutili omissioni.

    Lascia che cada nel mio silenzio
    notturno,
    il mio unico sogno è volare
    oltre il limite di un foglio,

    le parole sono vita e salvifico
    unguento.
    Pure a volte si nascondono,
    io le cercherò
    sempre, per ogni dove.

       

    Recensione

    Dentro questi versi prende forma una riflessione intima e sofferta, dove il corpo fragile e il cuore tormentato diventano specchio di un amore impossibile ma ancora vivo. Elena Scarpello intreccia la memoria di ciò che non è stato con il destino della scrittura, che si impone come unica via di salvezza e resistenza.


    I poeti non si redimono, / non peccano di inutili omissioni” è il cuore pulsante del testo, un’affermazione netta che ribadisce il valore assoluto della parola poetica, capace di custodire il dolore e insieme di trasformarlo. Lo stile è intenso e vibrante, con un linguaggio limpido ma intriso di pathos, che alterna immagini forti (il corpo disfatto, il viso mendace di bambina) a confessioni pacate e meditate.


    Le figure retoriche si dispiegano tra metafore del silenzio e della parola, antitesi tra sogno e limite, memoria e oblio, mentre il tono emotivo oscilla tra tristezza, ostinazione e un bisogno profondo di non arrendersi. Il ritmo dei versi è cadenzato, con pause che sembrano seguire il respiro interiore della voce poetica, fino ad aprirsi in slanci di dichiarazione e promessa.


    Il finale suggella la poesia con determinazione: la ricerca della parola non è un vezzo, ma una missione senza tregua — “io le cercherò / sempre, per ogni dove” – che diventa atto di fedeltà alla vita stessa. Il testo lascia un messaggio universale: la poesia non salva dal dolore, ma lo accoglie e lo trasfigura, rendendo possibile continuare a esistere nonostante la fragilità e le ferite.

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