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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Vegusto" di A. Marcello Pilia

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di lunedì 15 settembre 2025, è:

    VEGUSTO

    di A. MARCELLO PILIA da Firenze

    Nascosto fra i vicoli,
    in piazza Facchini,
    sorgeva Vegusto,
    un ristorante vegano,
    da sette anni chiuso (per l'esattezza)
    come il tuo abbraccio per me;
    chissà se ti ricordi:
    degli hummus, dei seitan,
    dei falafel e dei tempeh...
    e (soprattutto) dei dolci crudisti,
    poco prima delle mie dita
    sul pianoforte per te...

    Pisa è piena di ricordi
    che non bussano
    e scivolano addosso
    come pioggia leggera,
    come la sciarpa celeste
    sulla tua schiena...
    e mi manca il sapore
    di un amore gentile,
    di un tempo che profuma
    di spezie e di curry:
    di un presente con noi due,
    complici e affamati,
    sotto un'insegna verde.

       

    Recensione

    La poesia conduce il lettore in un piccolo mondo sospeso tra memoria e desiderio, in cui i luoghi concreti diventano custodi di emozioni intime. Marcello Pilia racconta un ristorante chiuso da anni, Vegusto, come metafora di un abbraccio mancante e dei momenti condivisi, trasformando ingredienti e piatti in simboli di affetto e complicità.


    Il verso “come la sciarpa celeste / sulla tua schiena…” cattura la delicatezza di un ricordo che resta vivido e lieve, mentre il poeta mescola sapori, gesti e sentimenti in un flusso sensoriale che attraversa il testo. Lo stile è colloquiale e immediato, con un linguaggio semplice ma ricco di musicalità e ritmo naturale, che fa scorrere il lettore tra vicoli, piatti e sensazioni.


    Le figure retoriche includono similitudini sensoriali (“come pioggia leggera”), metafore legate al cibo e al contatto fisico, e immagini concrete che trasformano la città e il ristorante in spazi emotivi. L’alternanza tra ricordo e assenza crea una sottile tensione emotiva, facendo percepire nostalgia e dolcezza insieme.


    Il finale suggella il testo con un senso di intimità e desiderio non consumato, restituendo un “presente con noi due, complici e affamati, sotto un’insegna verde” che chiude il viaggio dei ricordi con delicatezza e immediatezza. La poesia riflette su memoria, amore e piccole gioie quotidiane, offrendo una riflessione intima e universale sul valore dei gesti, dei sapori e delle connessioni che attraversano il tempo.

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