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CONTROVERSO
22 Agosto 2025 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di venerdì 22 agosto 2025, è:
UN PAIO D'ALI
di BARBARA DI FRANCIA di Piane Crati (CS)
Un paio d’ali
Ho appeso le ali al muro,
le guardo con occhi fissi,
inchiodati al soffitto
come chiedessi perdono.
Quelle ali che mi facevano volare,
nell’aria, dove le nuvole erano libere:
dove tu eri ossigeno,
dove io e te vivevamo
al di là dei sospiri, nei respiri;
tra le stelle delle Pleiadi,
a quattrocentotrenta
anni luce dalla terra.
Tu Luna ed io Venere,
tra le stelle di Aldebaran,
la più luminosa in cielo,
eravamo congiunti
fino a formare
una cosa sola.
Ora mi sono spogliata di tutto,
l’anima è nuda: trasuda,
malumori dal retrogusto amaro.
La porta è chiusa alle mie spalle,
sola rimango,
nel buio di questa notte
e prego, in attesa di risorgere.
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Recensione
Un’immagine potente e simbolica apre la poesia: “Ho appeso le ali al muro, / le guardo con occhi fissi”. L'autrice introduce subito un senso di perdita, di rinuncia, come se il volo – metafora di libertà e amore – fosse ormai impossibile. Quelle ali non sono solo oggetti immaginari, ma rappresentano un passato vivo e luminoso che la voce poetica osserva con malinconia.
I versi di Barbara Di Francia si muovono tra memoria e cosmologia: “dove tu eri ossigeno, / dove io e te vivevamo / al di là dei sospiri, nei respiri”. Qui la dimensione intima dell’amore si fonde con quella cosmica, evocando stelle, Pleiadi, Aldebaran. L’amore non è soltanto terreno, ma universale, capace di proiettarsi nello spazio infinito. L’immagine di “Tu Luna ed io Venere” restituisce la forza di un’unione che supera i confini terrestri e diventa mito, poesia pura.
La seconda parte del testo cambia tono: “Ora mi sono spogliata di tutto, / l’anima è nuda: trasuda”. Dal ricordo luminoso si passa a un presente doloroso, segnato da solitudine e smarrimento. La porta chiusa, la notte, il buio: simboli che trasmettono una condizione di isolamento e di ricerca interiore.
Eppure, nonostante la perdita e la sofferenza, la poesia si chiude con una nota di speranza: “e prego, in attesa di risorgere”. La caduta non è definitiva; nel silenzio del dolore resta accesa la possibilità di rinascere. Un testo intenso, che attraversa i registri della nostalgia, del dolore e della speranza, con immagini potenti che oscillano tra il cielo e la terra, tra l’infinito e l’intimità di un’anima che ancora cerca la sua luce.
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