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CONTROVERSO
29 Luglio 2025 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di martedì 29 luglio 2025, è:
LIBERIAMOCI DAL MALE
di DEMIX ALBERTI di Goito (MN)
In questa stanza sonante,
come una musa orchestrale
spengo facili sospiri,
riordino quei sentimenti
fragili al sapore di cioccolato
così dolci,
per contrastare quell'amaro
di peccati lentigginosi.
Sotto speranze decapitate
da uomini al potere
così avari e così miseri d'onore.
Vorrei osannare gli Dei
per curare le spregevoli ingiustizie
di questi tempi
dannati...
Quest'odio ha troppe bandiere
sporche di sangue innocente.
Liberiamoci dal male,
Liberi di poter amare.
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Recensione
Ci sono poesie che sembrano nascere in un momento preciso, quando dentro si accumula troppo e non si può più stare in silenzio. Qui la parola si fa carica, quasi urgente, come se servisse a fare ordine nel disordine del cuore e del mondo. Tutto comincia in una stanza che suona, che vibra, dove la voce si trasforma in musica e cerca un senso. La dolcezza iniziale – sospiri, cioccolato, sentimenti fragili – è solo la soglia di qualcosa di più ampio, un contrasto che prepara al buio che sta per emergere.
Poi tutto cambia. Si passa dalla delicatezza al peso della realtà. I peccati diventano lentiggini sulla pelle del mondo, le speranze vengono “decapitate” da chi ha il potere, e proprio qui la poesia si fa tagliente, quasi una preghiera rovesciata. La figura di questi uomini avidi e poveri d’onore viene tratteggiata con parole semplici ma forti. Non c’è bisogno di giri di frase: ciò che viene detto è chiaro, diretto, e arriva come un colpo netto.
I versi di Demix Alberti non stanno zitti davanti all’ingiustizia. Cercano un rimedio, anche solo simbolico. Si rivolgono agli Dei, non per religione, ma come ultimo tentativo di chiedere una cura. E mentre lo fanno, danno voce a un dolore condiviso, quello di chi si sente tradito da un tempo amaro, da scelte sbagliate, da guerre senza senso.
Nella parte finale la poesia si fa dichiarazione. Le bandiere sporche di sangue non sono solo immagini: sono la realtà che ogni giorno vediamo e che troppo spesso lasciamo passare come fosse normale. L’autore invece si ferma, dice basta. E con l’ultimo verso accende una possibilità: liberarsi dal male per poter tornare ad amare. È un testo che non consola, ma che offre una direzione. Non pretende di risolvere, ma afferma con forza che si può ancora scegliere da che parte stare. E questo, già da solo, è un gesto potente.
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