Cerca

Cerca

CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Sarà il vento" di Nicola Eboli

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

.

La Poesia del Giorno, di martedì 15 luglio 2025, è:

    SARÀ IL VENTO

    di NICOLA EBOLI di Alberobello (BA)


    Ed era il vento
    ed io che cercavo il fiato fra le pozze quotidiane.
    Le paludi del sud est.
    Mi assento, conoscendo a malapena gli incroci
    chiedo informazioni ai dannati di passaggio.
    Si dice che se ne stiano lì fuori, a latrare
    perché una volta in una palude, a sud, a sud…
    a sud…
    uno di loro intonò un canto potente
    ed un esercito di rane gonfie, tronfie.
    Rane in fuga.
    Rane ubriache.
    Scappate da banchetti notturni, impazzite
    lo colpirono al cuore togliendogli il fiato rimasto.
    Le luci salgono inesorabili e inizia la mattanza.
    Un rantolo, rauco e umido come una palude.
    Una palude del sud… del sud del sud acchitato alla men peggio.
    Tamburi e violini. Latrati e colpi al cuore, precisi, fatali.
    Alla fine, restano solo i cani a leccare il sangue nei campi.

       

    Recensione

    Ci si ritrova subito in un paesaggio torbido, intriso di paludi e sudore, dove l’aria è densa e sembra mancare persino il fiato. Il testo di Nicola Eboli trascina in un Sud est viscerale, sporco, quasi deformato, fatto di pozze quotidiane che inghiottono la normalità. È un luogo di confine, popolato da dannati e cani che latrano, un regno dove le coordinate saltano e persino gli incroci si fanno incerti.


    La forza dei versi sta nella capacità di costruire una scena cruda, in cui la natura partecipa alla follia dell’uomo. Le rane non sono solo rane: diventano creature grottesche, tronfie, ubriache, che fuggono da banchetti sinistri e finiscono per togliere l’ultimo respiro a chi aveva osato ascoltare. Il ritmo del testo cresce, si gonfia, fino a trasformarsi in una mattanza, con luci che salgono come fari giudicanti e tamburi che scandiscono un destino segnato.


    Colpisce quel “sud del sud acchitato alla men peggio”, espressione che restituisce tutto lo scarto tra la miseria e la teatralità di un luogo che si mostra disfatto. Alla fine restano solo i cani a leccare il sangue nei campi, mentre la musica si confonde con i rantoli di una terra che sembra non trovare pace.


    Il poeta riesce a tenere sospeso il lettore su un filo di disagio e fascinazione. Non offre consolazioni, semmai amplifica il senso di smarrimento, costringendo a guardare da vicino ciò che normalmente si preferirebbe ignorare. In queste righe si respira un senso di condanna inevitabile, un teatro oscuro dove l’uomo è spettatore e vittima, e dove anche il vento, alla fine, sembra solo un complice silenzioso.

    Commenti scrivi/Scopri i commenti

    Condividi le tue opinioni su Buonasera24

    Caratteri rimanenti: 400

    Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

    Termini e condizioni

    Termini e condizioni

    ×
    Privacy Policy

    Privacy Policy

    ×
    Logo Federazione Italiana Liberi Editori