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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Correrò ancora incontro al vento" di Santina Paradiso

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di lunedì 9 giugno 2025, è:

    CORRERÒ ANCORA INCONTRO AL VENTO

    di SANTINA PARADISO di Mazzarrone (CT)

    Il tempo dalla meridiana segnato
    steso al sole abbacinato
    fugge tra l’ombra che contorna
    inesorabile passa e non torna
    soffi lievi o pesanti tra luce e oscurità
    gorghi d’acqua negli anfratti e aridità.
    L’anima è ora desolata
    nell’inverno di una stagione abusata
    le attese come fiocchi sciolti
    i sogni rami rinsecchiti dagli stolti
    piegati dall’impeto del vento
    fra un urlo e un lamento
    a lungo soffocato
    nel pianto annegato
    aria gelata dagli eccessi di potere
    nel cielo solo nuvole nere
    al calar della sera
    chissà se arriverà un’altra primavera.
    Sciamano i miei pensieri in cerca di sole
    si sfilano come perle le parole
    nell’ombrosità cerco ritagli di cielo
    per colorare nuove emozioni a cui anelo
    per ricucire un sogno sfilacciato
    come zucchero filato.
    Nella bufera come canna di palude
    mi disseterò con una goccia a mani nude
    le speranze come salici di canestri intreccerò
    alla violenza delle correnti resisterò
    in attesa di un’alba nuova e occhi diversi
    in estesi orizzonti immersi
    per vedere un altro mondo e un cambiamento
    correrò ancora incontro al vento.

       

    Recensione

    In questi versi si avverte la forza ostinata di chi attraversa un tempo difficile senza smarrire del tutto il desiderio di ricominciare. La poesia si costruisce come un attraversamento: il tempo, la natura, la stagione, l’anima stessa dell’io poetico sono attraversati da ombre, da gelo, da un pianto lungo e silenzioso che sembra scolpire il paesaggio interiore ed esteriore. Il lessico, netto e incisivo, alterna immagini di aridità e abbandono a visioni fragili e luminose, come “ritagli di cielo” o “una goccia a mani nude”.

    La struttura del testo di Santina Paradiso accompagna questa tensione fra disfatta e ricerca: le parole si inseguono in versi brevi, asciutti, incalzanti, con rime che a tratti creano ritmo, a tratti un senso di sospensione. C’è un dolore sottile ma presente, legato alla disillusione, all’inverno di un tempo “abusato”, ma anche una volontà chiara di custodire ciò che resta e trasformarlo in forza. Ogni parola sembra avere un peso preciso, scavato nella voce di chi ha imparato a sostare nel buio e a non temerlo. Il silenzio, in questa poesia, non è assenza, ma ascolto profondo.

    Si ha l’impressione che l’io poetico non parli solo per sé, ma anche per una collettività che fatica, resiste, spera. Le immagini non gridano, ma sussurrano: ed è proprio in quella misura bassa, in quella delicatezza consapevole, che la poesia acquista risonanza.

    Non c’è soluzione immediata né illusione di pace: il cammino si compie nella tempesta, “come canna di palude”, eppure la conclusione afferma una scelta precisa – non tanto un ritorno, quanto un andare incontro, con tutto il corpo e il desiderio. È lì, in quell’ultimo verso, che la poesia trova la sua direzione più autentica: in uno slancio che nasce dal dolore ma non si lascia dominare da esso. Una rinascita fragile, eppure già in atto. E in quell’atto, silenzioso e tenace, c’è tutta la dignità del vivere.

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