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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Un treno solitario" di Giovanni Battista Tessitore

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di sabato 7 giugno 2025, è:

    UN TRENO SOLITARIO

    di GIOVANNI BATTISTA TESSITORE di Pistoia

    Sul far della sera
    s'avventa all'orizzonte
    un solitario treno:
    superando ogni barriera,
    come un soldato al fronte,
    di orgoglio è assai pieno.
    Assale le rotaie
    e il ferro attraversato,
    ignorando feritoie
    e dagli altri mezzi corteggiato.
    Timida stazione,
    che accogli il treno giunto,
    raccogli la nostra eccitazione,
    di quello che della vita è un vero sunto.

       

    Recensione

    C’è un’immagine che colpisce fin dalle prime righe: quel treno che, all’imbrunire, si fa strada da solo, come se avesse un destino da compiere. Non è solo un mezzo che attraversa paesaggi, ma qualcosa che prende forma e significato, quasi fosse una persona in viaggio, carica di intenzione. L’impressione è quella di una corsa consapevole, decisa, come chi sa cosa vuole, anche se attorno tutto sembra volerlo distrarre o fermare. La sua direzione non vacilla, nonostante gli ostacoli, come se il movimento stesso fosse la sua unica forma di esistenza possibile.

    La stazione che lo accoglie, timida e silenziosa, diventa il simbolo di ciò che aspetta, che osserva, che raccoglie. Un luogo di sosta che non blocca, ma registra il passaggio. In poche strofe, si costruisce un’atmosfera che riesce a tenere insieme movimento e pausa, forza e delicatezza. Le immagini non si dilungano, ma lasciano il segno, suggeriscono più di quanto dicano esplicitamente. C’è una certa compostezza, un ordine nei versi, ma senza che questo tolga forza al messaggio. Anzi, è proprio quella sobrietà a far emergere con chiarezza il nucleo emotivo del testo.

    La poesia, nel suo insieme, ha il tono di una visione: qualcosa che si affaccia alla mente del lettore come un frammento esatto di qualcosa di più grande. La cosa più interessante è come ci si ritrovi, quasi senza accorgersene, a riflettere sul senso stesso del viaggio, della direzione, della meta. Cosa ci spinge avanti? Cosa ci trattiene? Non c’è retorica, solo un ritmo sincero che porta avanti le parole come su un binario.

    Giovanni Battista Tessitore, con questa poesia, ci mostra che anche un treno – o forse proprio un treno – può diventare specchio della nostra condizione: soli, spesso in corsa, tra partenze e arrivi che non sempre possiamo controllare. E in questo, forse, c’è più verità che in tanti discorsi altisonanti. Perché il treno, come noi, cerca il proprio passaggio, senza sapere se qualcuno lo sta aspettando davvero.

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