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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Li lascerò a te" di Cesare D'Onofrio

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di lunedì 31 aprile 2025, è:

    LI LASCERÒ A TE

    di CESARE D'ONOFRIO di Serracapriola (FG)

    Difenderò i ricordi
    dalle insidie del tempo
    e dalle nebbie del mio inverno.

    Li serberò nel petto
    per respirare meglio
    se l'aria è rarefatta.

    Li scriverò sui muri
    come versi di poesia
    per far luce a strade buie.

    E quando partirò
    per l'altro viaggio
    li lascerò a te.

    Abbine cura.

       

    Recensione

    È un’intensa meditazione sulla memoria e sulla trasmissione dei ricordi, concepiti come un’eredità affettiva da proteggere e consegnare a chi verrà dopo. Cesare d’Onofrio si confronta con il tempo che avanza, con l’inevitabile dissolversi delle esperienze nel fluire della vita, opponendo a questa minaccia la forza della custodia e della condivisione.


    I versi, brevi e incisivi, conferiscono un ritmo pacato ma profondo al componimento, permettendo al lettore di soffermarsi su ogni immagine evocata. La scelta delle parole è delicata ma al tempo stesso potente: i ricordi non sono semplicemente conservati, bensì difesi dalle "insidie del tempo" e dalle "nebbie del mio inverno", due espressioni che rimandano all’avanzare della vecchiaia e alla possibilità che la memoria si offuschi.


    L’idea di serbare i ricordi nel petto, come se fossero un respiro necessario nei momenti in cui l’aria si fa rarefatta, trasmette la loro importanza vitale: non sono un peso, ma una risorsa che aiuta a sopportare le difficoltà dell’esistenza. Ancora più forte è l’immagine dei muri su cui il poeta vuole scriverli, quasi a trasformarli in testimonianze indelebili, visibili a chiunque passi. Il ricordo, quindi, non è solo un fatto privato, ma anche un patrimonio collettivo che può illuminare le strade più buie.


    Nella parte finale della poesia, il tono si fa più intimo e toccante: il viaggio che attende il poeta è quello della morte, ma non viene descritto con paura o angoscia. Piuttosto, il gesto di lasciare i ricordi in eredità assume un significato di continuità e fiducia. Il destinatario del componimento, che potrebbe essere una persona cara o l’umanità in senso più ampio, riceve un compito prezioso: custodire ciò che è stato vissuto, affinché non si disperda.

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