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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Siamo nidi sfilacciati" di Maria Pina Ciancio

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di lunedì 31 marzo 2025, è:

    SIAMO NIDI SFILACCIATI

    di MARIA PINA CIANCIO di San Severino Lucano (PZ)

    Siamo nidi sfilacciati sugli alberi d’inverno
    le guance rosse e gli occhi aperti al cielo

    oltraggiati dalla pioggia
    schermaglie di bambini
    senza un grido

    Ho un cielo d’inverno da inseguire
    risvegli e riverberi di resine
    memorie di partenze e di ritorni
    benigne solitudini
    Sulla via che ci incontra
    il vento sale e a te mi riconduce

       

    Recensione

    Una poesia che naviga tra la vulnerabilità e l'intensità emotiva, evocando il paesaggio di un inverno interiore e un mondo che si fa sempre più frammentato. La poetessa utilizza l'immagine dei "nidi sfilacciati sugli alberi d’inverno," dove la fragilità dell'esistenza umana è espressa attraverso la metafora di una resistenza naturale, ma al contempo precaria. L'immagine dei nidi, tradizionalmente simbolo di protezione, viene privata della sua solidità dalla tempesta dell'esistenza, riflettendo una condizione di disagio e incertezza.


    Le "guance rosse e gli occhi aperti al cielo" rivelano un confronto con il mondo che, seppur segnato dalla sofferenza ("oltraggiati dalla pioggia"), è comunque uno spazio di esplorazione e di attesa. La pioggia, forse simbolo di difficoltà, non è una condanna, ma un elemento che attraversa senza mai annientare la possibilità di guardare oltre, di cercare una direzione.


    Il verso "Ho un cielo d’inverno da inseguire" esprime un desiderio di riscatto, di ricerca, ma anche una consapevolezza di un cammino che si scontra con la durezza del tempo. "Risvegli e riverberi di resine" suggeriscono un contatto con il passato, con ciò che è stato, che ritorna in forma di ricordi, di "memorie di partenze e di ritorni". Sono immagini che riflettono la ciclicità della vita, e la tensione tra solitudine e compagnia, tra separazione e riunione.


    Il finale, dove il vento "a te mi riconduce" porta con sé una sensazione di incontro, di ritorno. Un gesto di riappacificazione con la realtà e con l'altro, come se il vento fosse la forza che, pur tra le turbolenze della vita, ci fa tornare a noi stessi, alle nostre radici, e al nostro legame con l'altro.


    La poesia di Maria Pina Ciancio, dunque, è un viaggio tra il tormento e la bellezza, tra il desiderio di essere e il fatto di essere "sfilacciati" come se la frammentazione fosse parte integrante di un percorso di crescita e di scoperta, dove ogni ferita e ogni solitudine sono, in fondo, occasioni di rinnovamento.

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