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rubrica poetica

Controverso

Le poesie scelte sono di Rachele Stoduto, Marco Grossi e Roberta Tresoldi

Poesia del Giorno

La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare. 

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera24: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 20 versi.

Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione digitale del giovedì e visibili online dalle ore 8:00.

Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social. 

Le tre poesie pubblicate giovedì 20 marzo 2025 sono:

  • Eterno altrove di Rachele Stoduto di San Marco in Lamis (FG);
  • Sguardi alla deriva di Marco Grossi di Cassino (FR);
  • I bambini di Roberta Tresoldi di Arquà Petrarca (PD).

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ETERNO ALTROVE

Serata d'autunno,
di spiagge deserte e onde infrante,
un raggio di luna
illumina due innamorati,
superstiti di lontananza e nostalgia.
Lambìti e cullati
da brezza marina,
mani si riconoscono e si cingono,
braccia si intrecciano,
radici di alberi secolari,
in eterni abbracci.
Una dolce melodia,
note di lacrime e nostalgia,
amore e promesse,
di baci sperati e finalmente arrivati,
si innalza nell'aria
e tutto diventa incanto,
diventa altrove.

di RACHELE STODUTO di San Marco in Lamis (FG)

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Recensione


La poesia dipinge un'atmosfera intima e suggestiva, ambientata in una serata d'autunno in riva al mare. Il paesaggio costiero, con le spiagge deserte e le onde che si infrangono, fa da sfondo a un incontro carico di emozione, in cui due innamorati ritrovano la loro unione dopo un periodo di lontananza. L'autrice utilizza immagini simboliche per descrivere il legame tra i protagonisti: le mani che si riconoscono e si stringono, le braccia che si intrecciano come radici di alberi secolari. Questi dettagli trasmettono un senso di profondità e stabilità, sottolineando la forza di un amore che ha saputo superare l'attesa e il dolore della separazione. La musicalità del componimento è un altro elemento che colpisce: la "dolce melodia" che si diffonde nell'aria diventa espressione delle emozioni vissute, intrecciando lacrime, speranze e promesse. Il crescendo emotivo culmina nell'ultimo verso, dove l'amore diventa incanto e trascende la realtà per trasformarsi in un altrove senza tempo, uno spazio in cui il sentimento si fa assoluto. Una poesia, quella di Rachele Stoduto, capace di trasmettere con delicatezza la bellezza di un amore ritrovato e la potenza dei sentimenti che lo rendono immortale. 


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SGUARDI ALLA DERIVA

Vagare
tra incroci e vetrine,
incontri di attimi effimeri,
mentre il tempo scivola.

Sospesi
tra scale e portoni,
occhi ascetici
che frugano in silenzio,
in cerca di intenti.

Mani ardite,
sospiri taciuti
svelano riti violati,
vite pulsanti.

Silente,
esplode il piacere:
un’estasi che sfiora
e libera il cuore
nell’immenso.

di MARCO GROSSI di Cassino (FR)

Recensione

È un viaggio sensoriale attraverso frammenti di vita urbana, uno scenario in cui il tempo sembra scivolare via tra incontri fugaci e attese sospese. L’autore costruisce un’atmosfera rarefatta, in cui lo sguardo si perde tra vetrine e incroci, testimoni di esistenze che si sfiorano senza mai afferrarsi del tutto. L’uso di immagini evocative e il ritmo cadenzato conferiscono al testo una tensione quasi cinematografica: occhi che scrutano nel silenzio, mani che osano, sospiri trattenuti. Ogni elemento suggerisce un desiderio latente, un’energia trattenuta che cerca di manifestarsi. Il crescendo emotivo si risolve in un’esplosione silenziosa, un piacere liberatorio che si trasforma in un momento assoluto di estasi e libertà. La poesia si distingue per la sua capacità di catturare il senso di smarrimento e di ricerca che accompagna l’essere umano nei luoghi della quotidianità, trasformando gesti semplici in simboli di un’esistenza vibrante e intensa. La poesia di Marco Grossi è un’opera raffinata, capace di lasciare un’impronta profonda nel lettore.

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I BAMBINI

I bambini hanno la libertà del vento
il sorriso del sole
l'ingenuità dell'istinto
il profumo della rugiada
i bambini vivono dei loro sogni
i bambini sono il germe fertile della terra
i bambini uniscono il Divino alla natura

di ROBERTA TRESOLDI di Arquà Petrarca (PD)

Recensione

I versi sono un omaggio alla meraviglia dell’infanzia, colta nella sua essenza più autentica e luminosa. Attraverso una serie di immagini suggestive, l’autrice associa i bambini agli elementi della natura, esaltandone la spontaneità, la gioia e la capacità di vivere il presente con intensità. Il componimento si sviluppa con un ritmo quasi musicale, scandito dalla ripetizione dell’espressione “i bambini”, che rafforza l’idea della loro centralità nella vita e nella società. Il vento rappresenta la loro libertà, il sole ne incarna il calore e l’energia vitale, la rugiada richiama la loro freschezza e purezza. Ogni immagine contribuisce a creare un quadro armonico in cui l’infanzia appare come una forza generatrice, capace di portare rinnovamento e speranza. Particolarmente significativa è l’affermazione che i bambini “uniscono il Divino alla natura”, una riflessione profonda che attribuisce all’infanzia un ruolo quasi sacro. Qui l’autrice sembra suggerire che, prima di essere influenzati dal mondo esterno, i bambini vivono in uno stato di grazia, in cui istinto e spiritualità si fondono perfettamente. Nel complesso, I bambini è una poesia breve ma intensa, capace di trasmettere un messaggio universale con grande delicatezza. Il linguaggio di Roberta Tresoldi semplice ma evocativo rende il componimento accessibile e toccante, invitando il lettore a riscoprire l’infanzia non solo come una fase della vita, ma come uno stato dell’anima, fonte inesauribile di autenticità e speranza.

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