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rubrica poetica

Controverso

Le poesie scelte sono di Michela Minini, Ginevra Mieli e Luisa Rasera Berna

Poesia del giorno

La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare. 

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera24: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 20 versi.

Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione digitale del giovedì e visibili online dalle ore 8:00.

Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social. 

Le tre poesie pubblicate giovedì 6 febbraio 2025 sono:

  • Trasformi di Michela Minini di Millesimo (SV);
  • La goccia di Ginevra Mieli di Roma;
  • Haiku di Luisa Rasera Berna di Spinea (VE).

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TRASFORMI

Nuvola trasformi
velocemente cielo dormiente.
In figure astratte
un poco contratte.
In significati volanti
e un po’ salienti
sono dimostranti
dell'inventiva delle menti.
Mai prudenti,
solo contrastanti.

di MICHELA MININI di Millesimo (SV)

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Recensione


La poesia si distingue per la sua capacità di trasmettere un senso di mutevolezza continua attraverso un linguaggio essenziale e incisivo. Il componimento si apre con un’immagine suggestiva: la nuvola che modifica il cielo dormiente, trasformandolo in uno spazio dinamico, ricco di forme in perenne cambiamento. L’autrice utilizza versi brevi e musicali, con un ritmo che richiama il movimento incessante degli elementi naturali. Le "figure astratte", "un poco contratte", sembrano emergere come visioni momentanee, destinate a dissolversi in un attimo, proprio come i pensieri sfuggenti dell'immaginazione. Il cielo diventa così una tela su cui la mente proietta immagini sempre nuove, lasciando spazio a interpretazioni personali. Interessante è il richiamo all'inventiva delle menti, suggerendo che la percezione delle nuvole non sia solo un fenomeno naturale, ma anche una creazione dell’intelletto umano. Il contrasto tra prudenza e audacia, tra definito e indefinito, si riflette nella contrapposizione tra ordine e caos, rendendo il testo ancora più coinvolgente. L’uso sapiente di rime e assonanze contribuisce a rafforzare la musicalità del componimento, conferendogli un carattere quasi giocoso, ma al tempo stesso profondo. Il risultato è una poesia, quella di Michela Minini, che invita il lettore a lasciarsi trasportare dall’immaginazione, cogliendo il fascino delle trasformazioni che avvengono dentro e fuori di noi.


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LA GOCCIA

La goccia
che fa traboccare il vaso,
Mentre tu mi guardi
con il volto perso,
La goccia di una lacrima
scende sul
Viso,
Mentre mi allontano
da te con un passo deciso.

di GINEVRA MIELI di Roma

Recensione

Il componimento racchiude, in pochi versi, un'intensa carica emotiva, esprimendo con estrema semplicità il momento di una frattura irreversibile. L’immagine della goccia, simbolo universale di accumulo e limite raggiunto, diventa il fulcro di un distacco tanto inevitabile quanto doloroso. Il componimento di Ginevra Mieli si sviluppa attraverso un linguaggio essenziale, ma fortemente evocativo. La ripetizione del termine "goccia" rafforza il dualismo tra la tensione accumulata e l’emozione che si manifesta attraverso la lacrima. Il legame tra questi due elementi suggerisce che il peso del non detto, delle incomprensioni e delle sofferenze silenziose abbia finalmente trovato il suo punto di rottura. Lo sguardo smarrito della persona lasciata indietro si contrappone alla fermezza di chi sceglie di andarsene con un "passo deciso". Questo contrasto accentua la potenza del distacco, evidenziando come un gesto apparentemente semplice possa racchiudere una trasformazione interiore profonda. L’andamento dei versi brevi e spezzati riflette il flusso delle emozioni, quasi a simulare la caduta delle gocce e il ritmo incerto di un addio. Il lettore è così immerso in un momento di intima malinconia, dove ogni parola pesa come un passo verso l’irreversibile. Il risultato è una poesia capace di trasmettere, con toccante immediatezza, il dolore e la determinazione che accompagnano la fine di un legame.

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HAIKU

Marzo sul prato
brividi profumati
sente di viole

di LUISA RASERA BERNA di Spinea (VE)

Recensione

L’haiku racchiude in tre versi l’essenza della primavera, trasmettendo un’atmosfera di rinnovamento e sensibilità percettiva. Con pochi, essenziali elementi, l’autrice dipinge un quadro in cui la natura si risveglia, avvolgendo il lettore in un’esperienza sensoriale. Ogni parola è scelta con cura per evocare immagini e sensazioni immediate, in perfetta armonia con la tradizione dell’haiku giapponese. Il primo verso, Marzo sul prato, introduce il tempo e il luogo: marzo, simbolo del passaggio dall’inverno alla primavera, e il prato, spazio che accoglie i primi segni della rinascita. Questo inizio diretto trasmette un senso di attesa e trasformazione, quasi un invito a soffermarsi sulla natura che lentamente muta sotto i nostri occhi. Il secondo verso, brividi profumati, è il cuore della poesia. Il “brivido” richiama il freddo residuo o un’emozione improvvisa, mentre il “profumo” segna la presenza delle prime fioriture. L’accostamento di tatto e olfatto amplifica la suggestione, rendendo tangibile la delicatezza della stagione in transizione. Questa fusione sensoriale dona profondità al componimento, trasformando un’immagine semplice in una percezione intensa e coinvolgente. Il terzo verso, sente di viole, definisce l’immagine olfattiva e cromatica. La viola, fiore discreto ma intenso, incarna la primavera nascente. Il verbo “sente” suggerisce una percezione diffusa: il profumo non è solo colto, ma sembra impregnare l’aria e la natura stessa. La scena descritta non è statica, ma vive attraverso le sensazioni che si propagano, coinvolgendo il lettore in una dimensione quasi sospesa tra realtà e immaginazione. Luisa Rasera Berna, con grande sensibilità, ci regala un piccolo frammento di poesia capace di risvegliare emozioni profonde e di connetterci con il ritmo naturale delle stagioni.

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