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CONTROVERSO
26 Dicembre 2024 - 06:00
"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:
Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica.
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La Poesia del Giorno, di giovedì 26 dicembre 2024, è:
ERANO FRAMMENTI
di CARMELO SANFILIPPO di Vedelago (TV)
Erano frammenti
anche i canti
intorno ad un fuoco
e di allora non ho più ricordi
se non stracci
anneriti e logori
e pianti di bambini
dal ventre gonfio.
Ed io ora
ricordo i miei sospiri
tessendo i fili del mio pensiero
legati con parole mai dette
or divenuti sogni
ad occhi aperti.
♦◊♦ ♦◊♦ ♦◊♦ ♦◊♦
Recensione
Un’intensa riflessione sulla memoria e sul passare del tempo, segnata da immagini forti e struggenti. Il poeta, attraverso frammenti di vita e di ricordi, esprime un dolore che attraversa la storia e la condizione umana, come se ogni elemento del passato fosse ormai dissolto, ridotto a "stracci anneriti e logori". La ripetizione di parole come "frammenti" e "pianti di bambini" suggerisce un dolore collettivo e senza fine, con un richiamo alla sofferenza che non conosce epoche o confini.
Il fuoco, simbolo di vita e di purificazione, diventa il contesto in cui si intrecciano voci e storie di un passato lontano e difficile, ma allo stesso tempo sfuggente e inafferrabile. La mancanza di ricordi concreti e la rievocazione di immagini parziali accentuano il senso di perdita e l’incapacità di trattenere il passato. I "pianti di bambini dal ventre gonfio" alludono alla sofferenza innocente e senza voce, mettendo in luce il contrasto tra la purezza dell'infanzia e la brutalità della realtà.
Il passaggio alla riflessione più intima del poeta, che "ora ricorda i suoi sospiri", segna un distacco dal passato e un confronto con il presente. La metafora dei "fili del mio pensiero" suggerisce l’idea di un processo continuo di ricostruzione della memoria, ma anche di una rielaborazione del dolore attraverso la scrittura. Le "parole mai dette" che si trasformano in sogni ad occhi aperti esprimono il desiderio di comunicare ciò che resta inespresso, di rendere tangibile un'emozione che, pur non avendo trovato voce, è parte della sua identità profonda.
In questa poesia, Carmelo Sanfilippo riesce a mescolare il personale e l’universale, utilizzando immagini evocative per rendere visibile un dolore che trascende il singolo individuo, trasportando il lettore in un luogo sospeso tra il passato e il presente, tra la memoria e l’oblio.
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