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rubrica poetica
21 Settembre 2024 - 07:00
La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:
Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione cartacea e digitale del sabato e visibili online la domenica mattina dalle ore 9:00.
Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera e sui canali social.
Le tre poesie pubblicate sabato 21 settembre 2024 sono:
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La luna riflessa nel pozzo
rispecchia l’illusione
di riuscire a raccoglierla
allungando la mano.
Con ali incerate
non saranno le nubi
che eclissano il sole
a poter fare volare.
Dormire sperando
in sogni inaccessibili
per giungere ai miraggi
di oasi nel deserto.
Bolle di sapone
sospinte dal vento,
… basta sfiorarle
per cogliere il niente.
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di Orazio Claveri di Lariano (RM)
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Recensione
La poesia esplora la fragilità delle illusioni umane. La luna simboleggia un sogno irraggiungibile, dissolto al tentativo di catturarlo. Ogni strofa rappresenta un diverso inganno della mente. La prima illustra l'illusione di ottenere l'impossibile. La luna riflessa nel pozzo suggerisce una tensione tra desiderio e realtà. La semplicità dei versi accentua il senso di vana aspirazione. La seconda strofa richiama il mito di Icaro con le sue "ali incerate," evocando aspirazioni frustrate dalle limitazioni della realtà. Le nubi che eclissano il sole rappresentano la condizione umana. Nel terzo quadro, Orazio Claveri invita a considerare i sogni inaccessibili che popolano il nostro sonno. Le oasi nel deserto rappresentano miraggi irraggiungibili, toccando il tema della disillusione. La poesia si conclude con l’immagine delle bolle di sapone, fragili e temporanee, sospinte dal vento. Basta un tocco per farle svanire, rivelando il "niente" dietro le apparenze. Con una struttura lirica ben definita e metafore potenti, l’autore crea un'opera che invita a riconoscere gli inganni della mente.
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Ha corona di stelle
la mia città
bella e vezzosa
schiamazza e ride
meretrice di sogni
di gloria e di vino...
soffoca l'estate
gli ultimi desideri
come vecchie vesti
li strappa dal cuore
frammenti di vita
inerti sui ciottoli
come piume di tortore
dai torrioni del castello...
trema sull'acqua il cielo
si specchia il vento
sulla mia pelle
sa ancora di mare
settembre...
di Maria Teresa Cremonini di Ferrara
Recensione
La poesia esplora l'intima relazione tra l'autrice e la sua città natale che viene dipinta con immagini vivide e ricche di emozione. Nella prima strofa la città è personificata con una "corona di stelle", un’immagine che evoca bellezza e regalità. La città schiamazza e ride, diventando una "meretrice di sogni", una figura che attrae e seduce con promesse di gloria e piacere. La seconda strofa trasmette un senso di malinconia. L'estate soffoca "gli ultimi desideri", paragonati a "vecchie vesti", lasciando frammenti di vita inerti sui ciottoli. L'immagine delle "piume di tortore" aggiunge un tocco di delicatezza e tristezza, sottolineando la transitorietà delle emozioni. Nella strofa finale, l'attenzione si sposta sugli elementi naturali. Il cielo che trema sull'acqua e il vento che si specchia sulla pelle dell'autrice creano un'atmosfera di introspezione. Il sapore del mare a settembre evoca ricordi di un'estate ormai conclusa. Maria Teresa Cremonini utilizza immagini potenti per descrivere la città come una figura vivente, capace di suscitare gioia, malinconia e riflessione.
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Siamo qui
attorno al fuoco
vivi e morti
allo stesso tempo.
Uno dopo l’altro
i pensieri
ci attraversano
e si dicono
dalla bocca.
Avrei voluto
che tutto fosse amore
invece è stato
tu
invece è stato
noi
invece è stato dopo.
Imperfetti e sgrammaticati
come una poesia sbagliata
rimaniamo sulla pagina
meglio così.
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di Marcantonio Gallo di Ostuni (BR)
Recensione
I versi esplorano la dualità dell'esistenza umana, indagando i confini tra vita e morte, amore e disillusione. Inizia con una scena intima attorno al fuoco, suggerendo riflessione e condivisione, e dissolvendo i confini tra passato e presente. L'autore ci invita a riflettere sulla fragilità della comunicazione umana e sull'effimera natura dei pensieri espressi ad alta voce. La seconda parte si concentra sulle aspettative disattese: Marcantonio Gallo esprime un desiderio di amore totale, confrontandosi con la realtà. Le ripetizioni di "invece è stato" mettono in luce delusioni e il passaggio dalla speranza all'accettazione. L'uso dei pronomi "tu" e "noi" indica una relazione evoluta nel tempo. La poesia accetta l'imperfezione della condizione umana, con gli "imperfetti e sgrammaticati" che rimangono come una poesia sbagliata. Con un linguaggio diretto, il poeta cattura la complessità delle emozioni. La struttura frammentaria riflette la natura dei pensieri e delle esperienze, invitando alla riflessione e rendendo la poesia memorabile e significativa.
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Testata: Buonasera
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