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Il caso Iacovone
22 Giugno 2023 - 12:00
L’unica certezza è che continuerà ad essere intitolato ad Erasmo Iacovone - e ci mancherebbe altro. Ma sullo stadio di Taranto siamo all’1X2, per rispolverare il vecchio Totocalcio. Come finirà, questa partita? Impianto completamente nuovo? Ristrutturazione totale dell’esistente? Una operazione light per ridurre i tempi e (provare a) restituire il decoro perduto?
L’ultimo intervento che si registra è quello dell’associazione di promozione sociale Taras 706 a.C., “la prima associazione di tifosi che ha fondato la propria squadra di calcio”, come rimarca la stessa aps ricordando la fondazione del Taranto Football Club 1927 il 20 luglio del 2012. «Negli ultimi giorni stiamo assistendo a un vivace e talvolta indecoroso dibattito intorno al futuro dello stadio “Iacovone”. Una disputa che si svolge a livello mediatico, a suon di dichiarazioni ambigue, che paiono mettere in discussione un cronoprogramma ampiamente stabilito e già in fieri. Come risulta dai documenti ufficiali, pubblicati online dal Comune di Taranto, le conferenze dei servizi del 10 marzo e del 28 aprile scorsi sul progetto del nuovo impianto hanno dato esito positivo. Alla luce delle tempistiche strette, non si comprendono i reali motivi del rallentamento nell’iter e della volontà di alcune parti in gioco di ridiscutere il progetto stesso. Indecisioni e imbarazzi che ledono gravemente l’interesse dei primi beneficiari della nuova opera, ovvero i cittadini di Taranto e i tifosi del club.
Pur sottolineando, con profondo disappunto, il mancato invito alla comunità, ovvero a tutti coloro che fruiranno o convivranno con la nuova opera, a partecipare alla fase progettuale, abbiamo sempre sostenuto come la realizzazione del progetto del nuovo stadio “Erasmo Iacovone” sia di vitale importanza. Infatti, il futuro del club che abbiamo rifondato insieme merita basi solide e il nuovo stadio sarebbe veicolo determinante ai fini di un rinnovato interesse attorno alle sorti del calcio tarantino».
Insomma, per l’aps Taras il nuovo stadio va costruito. Non è un mistero che invece il presidente del Taranto, Massimo Giove, guardi con scetticismo a questa ipotesi, per le conseguenze in capo al club, preferendo l’idea della ristrutturazione dell’impianto esistente. Oggi la Taras possiede il 7% del capitale sociale della società calcistica tarantina.
Ma la partita non è solo sportiva, ma (soprattutto) politica. La costruzione di uno stadio completamente nuovo, che sorga sulle ceneri del vecchio Iacovone, è l’idea da cui non si muove Rinaldo Melucci, sindaco, presidente della Provincia e presidente del comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo del 2026 che come è più che noto si svolgeranno a Taranto. Lo scorso 9 giugno lo ha ribadito: «Indipendentemente dalla formula amministrativa che si adotterà, o dal tipo di soggetto che lo realizzerà, il progetto del nuovo stadio non torna indietro, resterà sostanzialmente invariato, non c’è più tempo per altre teorie».
Decisamente più sfumata la posizione del commissario straordinario nominato dal governo per i Giochi del Mediterraneo, Massimo Ferrarese: «Su cosa fare, cioè uno stadio nuovo o una piccola o grande ristrutturazione, dobbiamo cercare di trovare la sintesi per andare avanti con il sindaco Melucci» le sue parole in una intervista a TarantoBuonasera.
«Siamo certi che la migliore soluzione sia quella di riqualificare totalmente l’attuale Stadio Erasmo Iacovone con la certezza di consegnarlo nuovo prima dell’inizio dei giochi» è la linea dei consiglieri comunali Musillo, Cosa e Festinante. Ma ad essere contrario all’abbattimento dell’attuale Iacovone è anche Giuseppe Stea, storico dello sport tarantino, che in un intervento sul nostro giornale ha ricordato il precedente del "Mazzola": «Errare è umano, perseverare diabolico».
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