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Iniziative sociali

Abbracci “inclusivi” anche al centro commerciale

Una grande festa di inclusione sociale

 “Free Hugs” è un'iniziativa assolutamente sociale nata nel 2004 a Sydney, e in seguito si è diffusa nel mondo. All’evento, una particolarissima tipologia di flash mob, partecipano persone che offrono (e chiedono in assoluto silenzio), appunto, abbracci gratis (free hugs) ai passanti, in luoghi pubblici come piazze, parchi e vie pedonali. La performance dei free hugs  si è trasformata in una specie di “movimento internazionale spontaneo”, con imitatori e appassionati in diverse parti del mondo. Questo è un ulteriore esempio della notevole capacità di penetrazione culturale del free content diffuso nella grande rete dei social media.

A Taranto, già due edizioni di free hugs, il 18 maggio in via D’Aquino e il 7 Giugno in Piazza Maria Immacolata con un buon successo di partecipazione e un grande, grandissimo feed back sui social: l’idea viene perfettamente declinata da Stefania Pispisa insieme alle compagne d’avventura Rossana Clarizia, Francesca Roberto, Concetta Costantino, cui si stanno affiancando Antonella Biffino, Maria Grazia Curri e tante tante altre. Questo  “format” degli abbracci va così forte che è stato “esportato” anche a Locorotondo e a Lecce.

Oggi il format è stato di scena al centro commerciale Porte dello Jonio, grazie alla collaborazione fattiva del direttore Mauro Tatulli: alle ragazze si sono uniti degli abbracciatori speciali, i ragazzi del centro diurno Socio-Educativo e Riabilitativo “Peppino Mesto” accompagnati da Fabiola Bianco.

E’ stato emozionante, ci sono stati centinaia e centinaia di abbracci con i clienti del centro commerciale, c’era la musica, c’era aria di festa soprattutto per questi ragazzi con piccole disabilità cui non è mancato il sorriso e la sorpresa di vivere in prima persona un evento unico, per loro straordinario. E in effetti c’è stato un lieto fine non programmato: il gruppo Calzedonia, ha seguito l’evento e ha voluto offrire a tutti i partecipanti (ed erano tanti) un pit stop gastronomico da Mc Donald. Insomma gli abbracci hanno scatenato un movimento di emozioni e di semplici, generosi gesti sociali  di inclusione. Una “vera” autentica inclusione. Quell’inclusione che non ti aspetti. Che forza, questi abbracci. Che forza! E a proposito di energia e di dinamismo fattivo abbiamo ascoltato colei che si è reinventata e ha preso a cuore gli abbracci on the street, Stefania Pispisa: “lo scopo degli "abbracci gratis" è semplicemente quello di offrire un atto casuale di gentilezza disinteressata.  Tanti studi scientifici hanno messo in luce tutte le funzioni degli abbracci: ricevono e trasmettono sostegno sociale, danno benefici all'organismo perché riducono la pressione arteriosa, aumentano i livelli di ossitocina (il cosiddetto “ormone dell’amore”, ndr) hanno effetti positivi sul sistema immunitario e, soprattutto,  trasferiscono e comunicano emozioni. Di solito, in effetti, quando vogliamo sapere che cosa sta provando qualcuno, lo guardiamo in faccia. Eppure, anche toccandoci, si capisce benissimo quale sia il reciproco umore.

E’ stato infatti dimostrato che quando vogliono comunicare amore, sia maschi sia femmine, abbracciano l'altra persona (che sia maschio o femmina)”.

Anche la simpatia viene trasmessa molto spesso con un abbraccio (a cui si aggiungono pacche o sfregamenti meno intensi rispetto a quando si vuol esprimere amore). Se devono comunicare felicità, invece, i maschi durante l'abbraccio tendono più a scuotere l'altra persona, le donne a farla oscillare.

Gli scienziati ritengono che l'abbraccio, per tutti, è il gesto primario per esprimere amore e per i maschi lo è anche per comunicare alle femmine tristezza o simpatia (lo usano anche le donne ovviamente, ma per esprimere questi due stati d'animo preferiscono un movimento di strofinamento). Inoltre, abbracciarsi è – per entrambi i sessi - un gesto comune per trasmettere gratitudine e felicità.

In termini di “comunicazione non verbale” , infine, l’abbraccio rappresenta la forma più chiara, più forte, potente. L’abbraccio scatena meccanismi biologici, e quando viene a mancare, questo provoca una sorta di "astinenza"». Quindi, alla fine della storia, abbracciamoci di più.

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