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Bari
24 Febbraio 2025 - 11:47
BARI - Un'operazione su larga scala ha colpito duramente la criminalità organizzata barese. Alle prime luci dell'alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, supportati dalle unità cinofile e dal reparto elicotteri, hanno eseguito 37 misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Le accuse spaziano dal traffico di droga all'estorsione aggravata, fino alla detenzione di armi clandestine.
L'inchiesta "Messa a Fuoco", avviata nell'ottobre 2021 e conclusa nel maggio 2023, ha permesso di ricostruire un complesso sistema criminale gestito da due organizzazioni rivali legate ai clan Parisi e Strisciuglio, in lotta per il controllo della piazza di spaccio di Turi. L'indagine è scattata dopo un incendio doloso ai danni di alcuni veicoli, risultato essere un atto di ritorsione per la violazione di un divieto imposto dai clan sul traffico di droga nella zona.
Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, riprese video, pedinamenti e sequestri, gli investigatori hanno ricostruito la struttura gerarchica delle due associazioni: capi, organizzatori, contabili e spacciatori operavano con precisi compiti e strategie per sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine. Tra le tecniche adottate, l'uso di nascondigli segreti per la droga, come intercapedini nei garage e muretti a secco, oltre a un linguaggio in codice per eludere le intercettazioni. Gli spacciatori, divisi in turni anche durante le festività, comunicavano tramite schede telefoniche intestate a prestanome, social network e app di messaggistica.
Durante le indagini sono stati effettuati 11 arresti in flagranza di reato, 13 denunce a piede libero e sequestrati oltre un chilo di cocaina, una pistola e denaro contante. Tra i reati contestati figurano anche la cessione di droga a minori, la violenza e minaccia a pubblico ufficiale e il fraudolento danneggiamento di beni assicurati. Alcuni ordini sarebbero partiti direttamente dal carcere, con detenuti che coordinavano le operazioni tramite telefoni illeciti e videochiamate.
Il Gip ha disposto 15 custodie cautelari in carcere, 16 arresti domiciliari e 6 obblighi di dimora con restrizioni orarie. L'operazione conferma l'impegno costante della Magistratura e dell'Arma dei Carabinieri nella lotta alla criminalità organizzata, colpendo uno dei settori più redditizi per i clan: il traffico di droga.
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