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Elezioni

«I civici? Vanno considerati per quello che possono essere, non per ciò che sono stati»

Parla Alfredo Venturini, componente della segreteria nazionale del Psi

Alfredo Venturini

Alfredo Venturini

A poco più di due mesi dalle elezioni del 25 maggio, salvo ballottagio, per eleggere il nuovo sindaco di Taranto, ci sono ancora molt aspetti da definire nei principali schieramenti. Nel centrodestra sono in discusisone alleanze e nome del candidato sindaco. Nel centrosinistra il M5S ha detto no alla candidatura di Piero Bitetti e a quanto pare vorrebbe proporre Copsimo Nume, l’ex presidente dell’Ordine dei Medici. Ne abbiamo parlato con Alfredo Venturini, compnente della segreteria nazionale del Psi.

Venturini, subito dopo la caduta dell’amministrazione Melucci lei ha lanciato un concetto chiaro: quello della discontinuità come discrimine tra passato e futuro.  Alla luce di quello che sta accadendo nelle diverse coalizioni, soprattutto in riferimento al rapporto con gli ex sostenitori di Rinaldo Melucci, in cosa dovrebbe consistere a suo avviso la discontinuità?

La discontinuità è nel metodo e nella sostanza. Gli elettori si chiedono: rispetto al passato qual è il cambiamento? Ora bisogna partire da un dato: la condizione economica generale disastrosa della città. Non c’è lavoro, c’è urgenza di servizi sanitari adeguati per garantire la salute dei cittadini, esiste un problema casa per il quale, a mio avviso, bisognerebbe realizzare dei programmi di edilizia economica popolare, c’è la questione urbanistica generale e in particolare del comparto 32. Rispetto a questi ultimi punti vi è la necessità di ricomporre le maglie urbanistiche, partendo dalle periferie, dotandole di infrastrutture, servizi, verde. Quindi: infrastrutture e servizi, non ulteriori volumetrie che poi non avrebbero mercato. Lo stesso dicasi per il nuovo ospedale che, ricordiamolo, è una importante opportunità per le sorti dell’università. In definitiva bisogna chiarire la visione di città che abbiamo. E agli elettori interessa sapere che città vogliamo costruire, quali prospettive proporre. Persino la situazione internazionale può avere riflessi sulla vita della città.

In che senso?

Pensiamo ai riflessi sulla Difesa, sulla produzione di acciaio e di energia e sulla innovazione tecnologica, se è vero che Taranto potrebbe diventare un hub per la produzione di idrogeno.

Fin qui abbiamo parlato della visione di città. Ma, ora, scendendo nel dettaglio e calandoci in questa tribolata fase pre-elettorale in cui gli schieramenti non sono ancora ben definiti, come valuta i segnali di incertezza che sono presenti nel centrosinistra?

Il metodo per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra purtroppo ha prodotto ulteriori contraddizioni interne a quella che potrebbe essere una possibile maggioranza. L’individuazione del candidato è avvenuta a prescindere dalla visione di città che si vorrebbe realizzare. Questa impostazione ha scatenato la reazione di M5S e Verdi con i loro veti. Un atteggiamento, questo, incompatibile con la nostra cultura di governo. Il nostro unico “no” è al populismo che parla alla pancia degli elettori senza risolvere i problemi.

Veniamo ai veti. Quelli più importanti, che attraversano sia il centrosinistra che il centrodestra, riguardano il “no” ai cosiddetti “melucciani”. La sua idea in proposito qual è?

Partiamo da un presupposto: Melucci non c’è più e “melucciani” lo sono stati quasi tutti. Adesso serve mettere in campo le risorse per vincere restituendo ai partiti il ruolo di guida e di responsabilità istituzionale. Le liste civiche hanno fatto danni perché ognuno parla per sé. In ogni caso, i civici bisogna considerarli per quello possono essere, non per quello che sono stati.

Se abbiamo ben compreso: sì ai civici ma senza liste civiche?

Dico solo che a nessuno deve essere consentito di porre veti sulle liste degli altri.

Questa situazione ancora non molto chiara che riflessi può avere sulla candidatura di Piero Bitetti?

Il metodo fin qui utilizzato rischia di indebolire Bitetti. Anche lui deve fare scelte coraggiose se vuole vincere.

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