"Io, Martina Franca, l'Heysel e l'amore per la Juventus"

«Come tanti bambini degli anni '80 ero aspirante calciatore e guardavo con ammirazione i campioni che venivano in Italia. Ero poi affascinato dalla figura del francese Platini, anche per ragioni linguistiche perché io sono di Martina Franca e il mio dialetto è francofono e c’era una bella assonanza. Ma ci fu un’altra cosa. La prima partita che vidi a otto anni fu Juventus-Liverpool del 1985, la tragedia dell’Heysel. È in quell’evento traumatico che si è radicata la mia passione per il calcio e per la Juve. La vita non è solo un gioco ma è anche la fine. Nel calcio non ci sono solo le cose belle e frivole».

L’incontro tra Mario Desiati e Alfonso Guida

Lo scrittore vincitore del Premio Strega intervista il poeta lucano

A parlare della sua passione, anche letteraria, per la Juventus è in una intervista a La Stampa lo scrittore martinese Mario Desiati, vincitore nel 2022 del prestigioso Premio Strega, ospite del Circolo dei lettori nel corso di Storie nero su bianco, ciclo di incontri che intrecciano la storia della Juventus, di Torino, dello sport e della vita.

Anche Taranto nel "Malbianco" di Desiati

Il nuovo romanzo dello scrittore Premio Strega 2022

Parole non banali, quelle di Desiati - come non banale è la sua prosa, del resto. «La mia generazione è salita sull’elicottero di Berlusconi e del Milan degli olandesi. Tante persone vicine a me sono però rimaste juventine negli anni tra la fine degli anni '80 e l’inizio dei '90 in cui si vinceva poco, ma per quelle vittorie minime eravamo felici e si creava quel legame con gli altri che è poi l’aspetto più sano del tifare: unirsi non contro qualcuno ma per qualcuno. Io poi ho una doppia vita. Seguo anche la squadra del mio paese, il Martina Franca, che naviga tra le serie C e D. Sono molto legato e vado allo stadio a vedere le partite. E sulle gradinate vedo un’Italia quasi anni '90. È divertente. C’è il tifoso innocuo che se la prende con il giocatore in maniera pittoresca urlando in dialetto».

Mario Desiati, il premio e la dedica a Leogrande