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Taranto

Iacovone, il mito e quel nome da conservare per il nuovo stadio

Quarantasette anni fa la tragedia che cambiò la storia del calcio rossoblù

Paola Raisi ed Erasmo Iacovone

Paola Raisi ed Erasmo Iacovone

«So perfettamente che il calcio sta cambiando, e che sono tanti ormai gli stadi il cui nome è affiancato da uno sponsor: è la modernità. Però togliere Iacovone a Taranto è come togliere Maradona a Napoli». Gentile nei modi e chiara nei concetti, la moglie di Erasmo Iacovone, Paola Raisi, risponde così alla domanda sul possibile cambio di nome dello stadio di calcio cittadino, dopo i lavori per i Giochi del Mediterraneo in programma nel 2026. 

Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio del 1978 si consumava la tragedia che cambierà per sempre la storia del calcio tarantino, e della stessa città, con il calciatore più amato ucciso da un'Alfa GT rubata che correva a fari spenti e travolse la sua Dyane.

Nel suo romanzo L'Eroe dei Due Mari, edito da Marsilio quasi quindici anni fa, lo scrittore tarantino Giuliano Pavone sembra quasi aver previsto tutto, quando descrive la sollevazione popolare contro la nuova denominazione dell'impianto ristrutturato, nella finzione, da una azienda privata.

La tragedia di Iacovone, ed il mito che accompagna l'icona rossoblù, sarà tra gli argomenti del nostro settimanale cartaceo in distribuzione da domani, venerdì 7 febbraio, disponibile in tutte le edicole.

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