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Piano Casa, il Governo finanzia con 1.3 miliardi di euro

Politiche abitative italiane ridisegnate: più fondi per giovani coppie, stretta sugli affitti turistici e un modello di sfratto rapido ispirato alla Spagna

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Fondi pubblici, nuove regole sugli affitti e interventi sugli sfratti: il Paese si prepara ai cambiamenti introdotti dal nuovo Piano Casa

Il Governo mette mani alla crisi degli alloggi e al sostegno alle giovani coppie utilizzando 1.3 miliardi di euro stanziati per il Fondo per il Clima e convertendoli nel nuovo Piano Casa che prevede sfratti più veloci ma anche agevolazioni e riduzione della espansione dei B&B attraverso l’aumento della tassazione.

Il Ministro dell’Economia fa il suo, mettendo a disposizione questa cospicua dotazione finanziaria, poi la palla passerà ai ministri competenti che avranno il compito di decidere come distribuire le risorse, con quali modalità e secondo quali regole. Quasi certamente parte della dotazione confluirà in favore del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ne gestirà una parte considerevole.

Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è intervenuto sulla materia nei giorni scorsi, rispondendo ad una platea di giornalisti alcuni dei quali sollevavano dubbi sulla scarsa dotazione a sostegno del Piano Casa. In audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, per riferire tra l’altro sulle misure che si stanno mettendo in campo per la legge di bilancio, il Ministro tranquillizza deputati e senatori. I fondi ci sono e saranno prelevati dal Fondo per il Clima per 1.3 miliardi di euro, inoltre vanno riprogrammate alcune risorse presenti nel Fondo Sviluppo e Coesione.

Il Fondo per il Clima rispondeva ad una misura sottoscritta dai paesi membri dell’OCSE che avevano deciso di accantonare circa 100 miliardi di euro e destinarli ad opere a tutela dell’ambiente e per il contrasto ai cambiamenti climatici.

La legge di Bilancio 2022 istituì per l’Italia un accantonamento di 4.4 miliardi di euro tutti da destinare a misure atte al contrasto dei cambiamenti climatici. Il Fondo sarebbe stato poi sostenuto con ulteriori 40 milioni di euro l’anno fino al 2027.

Da lì il MEF ha deciso di prendere le risorse a sostegno del nuovo Piano Casa.
La misura dovrebbe sostenere il finanziamento o la concessione di garanzie a giovani coppie per l’accesso al mercato dei mutui a favore dell’acquisto della prima casa.

Ulteriori obiettivi chiave del Piano Casa Italia includeranno la riorganizzazione del sistema di social housing; la promozione di modelli innovativi di finanziamento di progetti di social housing fondati sulla integrazione tra risorse pubbliche e private; la creazione di soluzioni abitative flessibili, fondate sulla commistione di edilizia residenziale e sociale e il sostegno di iniziative di abitazione condivisa anche gestita da soggetti del terzo settore.

A contrasto della diffusione eccessiva di locazioni turistiche, che scoraggiano la locazione a favore di nuclei familiari, c’è anche la misura di incremento della tassazione per cedolare secca, aumentata dal 21% al 26%.

Il Ministro giustamente sottolinea che c’è da fare una riflessione sul fatto che il sistema abbia favorito nel tempo la locazione a turisti piuttosto che a nuclei familiari ma che non compete al MEF stabilire regole o restrizioni alla distribuzione di alloggi secondo regole proprie dei cittadini, ai quali non si può sottrarre la libertà di decidere che destinazione dare agli stessi.
Rientra nella più generale casistica del Piano Casa anche l’introduzione del Disegno di Legge che introduce tempi rapidi per gli sfratti.

La materia è assai controversa. In Italia si registrano ogni anno 70 mila richieste di esecuzione di sfratto. Solo 20 mila portano al rilascio dell’immobile e la quasi totalità dei casi riguarda fenomeni di morosità. Il fenomeno si concentra maggiormente nelle grandi città come Roma, Milano, Napoli e la durata dei tempi giudiziari per ottenere il rilascio arriva a circa 18 mesi. Una delle ragioni, questa, per le quali i proprietari di immobili decidono per destinarli alla ricezione turistica o all’alloggio breve.

Il modello che si vuole introdurre, non è ancora legge infatti, è ispirato a quello spagnolo. Non prevede più che siano i tribunali a gestire le procedure di rilascio ma un ente autonomo.

Il proprietario di casa, dotato della documentazione regolare quale il contratto di locazione registrato e comprovata assenza del pagamento del fitto per almeno due mesi consecutivi, si rivolge ad una nuova Agenzia di Stato posta sotto il controllo del Ministero della Giustizia.
La stessa, verificata la documentazione, emetterà entro 7 giorni dalla presentazione della richiesta un decreto di liberazione dell’immobile.

Il conduttore potrà avere solo 90 giorni di proroga per gravi motivi accertati o opporre la richiesta di sfratto sempre nel termine di 7 giorni, dimostrando di aver regolarmente pagato i canoni. Alla emissione del decreto, che è direttamente esecutivo, l’Ufficiale Giudiziario provvederà a liberare l’immobile e restituirlo al proprietario.

Per evitare che questa semplificazione produca, di converso, una enorme facilitazione allo sfratto, lasciando indietro fasce più povere, il Governo dovrebbe finanziare un Fondo per l’emergenza abitativa a sostegno dei conduttori in comprovata difficoltà economica con un ISEE inferiore ai 12 mila euro per una rapida collocazione dei nuclei familiari più fragili.

*Dottore Commercialista - Revisore Legale

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