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l'opinione
06 Novembre 2025 - 22:40
La riforma della costituzione approvata in via definitiva dal Parlamento in data 30.10.2025 segna una svolta storica del rapporto tra accusa e giudizio.
Essa assicura l'autonomia e l'indipendenza dei giudici e dei pubblici ministeri e, quindi, riguarda la magistratura e non la Giustizia che necessita di ulteriori riforme.
La nuova norma ha introdotto la separazione delle carriere tra i giudici che emettono le sentenze e i pubblici ministeri che svolgono la funzione requirente. Viene così finalmente separata la colleganza dei magistrati dell'accusa da quelli che devono giudicare rendendo finalmente la funzione difensiva più sicura della terzietà di chi deve emettere la sentenza.
La riforma introdotta, onde poter garantire una maggiore terzietà possibile dei giudici e un equilibrio serio tra chi giudica e chi accusa, ha dovuto ovviamente riguardare anche gli organi di autogoverno prevedendo la istituzione di due Consigli Superiori, entrambi presieduti dal Capo dello Stato e una Alta Corte Disciplinare che avrà giurisdizione su entrambe le figure della magistratura. I componenti dei predetti istituti devono essere scelti mediante sorteggio e non più attraverso il sistema elettivo utilizzabile dalle correnti politicizzate dei magistrati.
Va rilevato ulteriormente che il detto sistema del sorteggio, oltre alla eliminazione della scelta elettiva delle correnti dei magistrati impedisce anche l'uso della rete di scambi di voti tipici degli organismi caratterizzati da attività politica.
Va rilevato, peraltro, che la scelta di componenti di organi istituzionali a mezzo sorteggio non è nuova rispetto ad altri pezzi dello stato. Esso è vigente da molto tempo nel Tribunale dei Ministri, nella Giurie delle Corti d'assise, nei collegi dei revisori dei conti degli Enti Locali.
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