«I nostri "Padri fondatori" avevano deciso di iniziare proprio dal pilastro del carbone e dell'acciaio. Ora dobbiamo rinunciare al carbone e a tutti i carboni fossili, ma dobbiamo riaffermare la produzione dell'acciaio. E' una svolta storica che va adeguatamente sostenuta. Tanto più a fronte delle iniziative che ha preso il governo degli Stati Uniti». Alla Conferenza sul futuro dell'industria siderurgica europea di Parigi, co-presieduta insieme al Ministro dell'Industria e dell'Energia francese, Marc Ferracci, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha rilanciato l'importanza della siderurgia in questa fase di guerra commerciale con gli Usa di Donald Trump. E acciaio, per l'Italia e per l'Europa, vuol dire soprattutto Taranto.
«La produzione siderurgica italiana è già per l'80% green, su 35 siti produttivi 34 sono con forni elettrici (Taranto come noto è l'eccezione, ndr). Noi produciamo acciaio green in gran parte per l'esportazione. Quindi essendo già su questa strada noi siamo assolutamente convinti della necessità che la siderurgia europea debba essere sempre più tutelata dalla concorrenza sleale» ha aggiunto. In una dichiarazione congiunta sottoscritta da Belgio, Italia, Spagna, Francia, Lussemburgo, Romania e Slovacchia si evidenzia la necessità di "un piano d'azione urgente per la siderurgia europea": per i sottoscrittori, l'Unione Europea deve tra l'altro perseguire nel breve termine "un uso largo e efficace degli strumenti di difesa commerciale dell'Ue per garantire agli acciaieri dell'Unione un quadro di concorrenza internazionale equo e leale".
A Parigi è stato sottoscritto il non-paper sulla siderurgia europea, che delinea un piano d’azione per rafforzare la competitività del settore e salvaguardare la produzione di acciaio in Europa, in un contesto di forte crisi caratterizzato dal calo della produzione e dalla crescente concorrenza internazionale. «La siderurgia è la spina dorsale dell’industria europea e italiana” – ha ribadito Urso – «Senza acciaio non c’è industria, e senza un’industria forte l’Europa non può competere a livello globale. Difendere la nostra capacità produttiva siderurgica significa garantire l’autonomia strategica del continente, a cui non possiamo rinunciare».
Il non-paper richiama inoltre l’attenzione sull’urgenza di investimenti mirati per sostenere la transizione del settore. I Paesi firmatari chiedono alla Commissione Europea di analizzare i gap di finanziamento e di predisporre risorse adeguate per accompagnare le imprese siderurgiche nella decarbonizzazione. In questo contesto, i Paesi indicano come centrale la creazione di un vero mercato europeo dell’acciaio verde, promuovendo il Made in Europe e un modello industriale sostenibile e competitivo, in linea con gli obiettivi del Clean Industrial Deal e del futuro Industrial Decarbonisation Accelerator Act.