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Il caso

Comparto 32, una proposta per blindare il "no"

L'iniziativa di Liviano: la "motivazione rafforzata" per fermare il progetto di espansione edilizia

Gianni Liviano

Gianni Liviano

Una storia che sembra non avere mai fine quella del Comparto 32, vale a dire quell’area intorno al centro commerciale Porte dello Jonio che da almeno un quarto di secolo è sotto la pressione di spinte cementificatorie. Una storia costellata da un andirivieni di proposte e delibere e persino da battaglie combattute in Tribunale.  Questa volta ci prova il consigliere comunale Gianni Liviano a porre fine alla questione, presentando una proposta di deliberazione  con una motivazione forte per sbarrare la strada al progetto presentato dalla società Fratelli Marchetti. Un progetto che prevede la “realizzazione di una struttura a basso impatto urbanistico e di medie strutture di vendite”. Fuori dal linguaggio burocratico, quel progetto prevede un insediamento con sette edifici commerciali e altri residenziali. Un intervento che la giunta Melucci, nel 2018, considerò «coerente con la programmazione urbanistica e commerciale» di quella prima amministrazione guidata dall’attuale sindaco. Ma quella proposta non è mai riuscita a incassare l’approvazione del consiglio comunale. Senza ripercorrere tutto il tortuoso iter, è sufficiente ricordare le ultime tappe, con il Tar che ha accolto il ricorso presentato dalla società Marchetti, respingendo tuttavia la richiesta di risarcimento avanzata dalla stessa società. Il Tar ha però specificato che il “no” ha bisogno di una «motivazione rafforzata che evidenzi le ragioni di pubblico interesse» che inducono a fermare i progetti di insediamento. Ora la battaglia si è spostata al Consiglio di Stato.

E la proposta di delibera presentata da Liviano questi rafforzamenti li contiene. «Siamo fermi - ha detto il consigliere comunale di Demos - ad un piano regolatore redatto nel 1974 basato su una stima di 360mila abitanti. Oggi Taranto è in crisi demografica e di abitanti ne ha solo 186mila e secondo i dati della Confcommercio il saldo negativo delle imprese è di circa 90 attività all’anno». Ma vi è di più: «Lo stesso programma elettorale di questa amministrazione prevede il contenimento del consumo di suolo e quindi approvare quel progetto significherebbe non essere coerenti con quel programma. Dobbiamo invece ritenere che il sindaco Melucci, che si astenne quando la sua maggioranza votò per il ritiro della proposta, sia favorevole a portare avanti il progetto».

Nei mesi scorsi, a dire il vero, l’architetto di fiducia della società Marchetti illustrò una riformulazione del progetto, questa volta incentrato su insediamenti culturali, servizi e tempo libero, di fatto cancellando le strutture commerciali. «Di questa proposta - ha chiarito Liviano - in commissione assetto del territorio non è arrivato assolutamente nulla».

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