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Il caso
21 Settembre 2024 - 18:54
Via Duomo, Città Vecchia. La sede della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo
"Chiariamolo subito: il duello partitico non ci interessa, anche perché si tratta dell’unica forma di duello al termine del quale, solitamente, soccombe chi vi assiste: la cittadinanza".
Comincia così il lungo intervento della Rete delle Professioni Tecniche di Taranto in merito al 'caso Soprintendenza'.
Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Taranto, Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Taranto, Ordine Provinciale dei Chimici e Fisici di Taranto, Ordine dei Geologi della Puglia, Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Taranto, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Taranto, Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati della Provincia di Taranto, Ordine dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati della Provincia di Taranto lanciano quello che definiscono "un appello alla Ragione, sottolineando di rappresentare "migliaia di professionisti e dunque cittadini dell’intera provincia di Taranto".
"Riteniamo" si legge "che sia stato un grave errore dapprima aver spostato la centralità della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo da Taranto a Napoli e poi, come gesto “riparatorio”, averla ripristinata sottraendo però al capoluogo ionico la principale competenza riguardante l’area di superficie e quella costiera. Praticamente tutto! Una scelta incomprensibile, da qualsiasi punto di osservazione la si voglia analizzare e giudicare. Da qui, l’appello alla Ragione.
Il provvedimento del ministro Giuli, come giustamente già stigmatizzato da più parti a Taranto, è un ristoro parziale che segue di qualche giorno lo “scippo” (l’ennesimo subìto nel corso della storia tarantina…) sottoscritto dal suo predecessore, Sangiuliano, poco prima di dimettersi".
Scrivono Luigi De Filippis, Paolo Bruni, Mario Venturini, Nicola Cristella, Davide Bonora, Giuseppe Leogrande, Giuseppe Albano, Pasquale Carmignano: "Noi Ordini e Collegi della RPT accogliamo con soddisfazione la conferma di Taranto come sede centrale della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo.
Ma non possiamo tacere di fronte alla mancata restituzione (perché di questo si tratta !) dell’insieme delle importanti competenze in materia di archeologia, belle arti e paesaggio che saranno trasferite a Lecce.
E non si tratta di becero campanilismo, sia chiaro. Qui si tratta di Storia, Lavoro, Custodia del Passato e, diciamolo pure, di Economia e Crescita Collettiva.
Sono in gioco - aggiungono - la credibilità e la potenzialità di Taranto Città della Magna Grecia, sede di un Museo fondamentale per l’offerta culturale italiana e di numerosi siti e reperti diffusi e tutti i giorni oggetto di ricerca, tutela e valorizzazione. Attività che andrebbero potenziate attraverso politiche rigenerative in termine di strutture e personale, strumenti e competenze. E non trasferite.
Non può bastare ad alcuno la restituzione di un pezzo di storia (tolto male) se questo pezzo ci viene restituito ridotto. Anzi… rotto.
L’istituzione della Soprintendenza di Taranto, con la sua duplice funzione nazionale e provinciale (2019), fu condivisibile ma adesso va ripristinata in toto, senza infingimenti o cavilli burocratici che nei fatti ne determinerebbero un progressivo svuotamento funzionale.
Taranto non può essere declassata a Soprintendenza Nazionale che si occupa soltanto di archeologia subacquea… ma dalle 12 miglia in poi. C’è tutto un mondo che ci appartiene sulla terra e sotto costa. Ed è naturale occuparsene.
Prevalga la Ragione".
Necessario è fare fronte comune: "Chiediamo pubblicamente al Sindaco di Taranto e Presidente della Provincia, a tutti i Sindaci dei paesi ionici, al Presidente della Regione, a tutti i Consiglieri regionali e ai Parlamentari del territorio di fare squadra, almeno per una volta, a tutela della Storia e del Futuro di Taranto.
Chiediamo di mettere accantonare le pur legittime diversità partitiche e di muovere compatti un’azione di rivendicazione robusta e condivisibile.
La RPT Ionica, in tal senso, è pronta a fare la sua parte. E’ un dovere di cittadinanza, prima ancora che di competenza".
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