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Lido Silvana
15 Settembre 2024 - 08:00
Quel che resta dell'Eden Park
L’incendio che ha colpito Lido Silvana rappresenta un grave momento di riflessione e richiede un’azione rapida e decisa. La perdita di una vita umana e la devastazione di un’ampia area boschiva costituiscono un danno enorme per l’ambiente e per l’economia locale.
Di fronte a questa emergenza, l’amministrazione comunale deve intervenire con urgenza per evitare che simili tragedie si ripetano in futuro. Tuttavia, le soluzioni finora proposte sembrano mancare di un adeguato coinvolgimento degli interlocutori appropriati, come se si cercasse di costruire un parco acquatico rivolgendosi alla Comunità Montana della Valtellina.
È evidente che le autorità locali non stiano tenendo conto delle disposizioni della Legge n. 353 del 2000, la “Legge quadro sugli incendi boschivi”, che assegna alle Regioni la responsabilità delle attività di prevenzione, previsione e gestione degli incendi. Il rischio maggiore si presenta quando gli incendi si avvicinano a zone abitate o ad altre strutture antropiche, configurando i cosiddetti “incendi di interfaccia”. L’articolo 5, comma 1, della Legge n. 155 del 2021, il nostro territorio, come altre aree in Europa, è classificato ad alto rischio di incendi di interfaccia. Tale normativa enfatizza l’importanza della prevenzione e richiede la collaborazione di tutte le forze coinvolte: Regione, Provincia, Vigili del Fuoco, servizi sanitari e, soprattutto, volontari, che svolgono un ruolo cruciale nelle azioni preventive. Esistono modelli virtuosi di prevenzione e gestione degli incendi boschivi? Un esempio efficace è rappresentato dai “presidi fissi antincendio” istituiti dalla Regione Puglia e dalla Protezione Civile a Castellaneta. Presidi come questo, situati in aree strategiche come Castellaneta Marina, sono concepiti per la prevenzione e la gestione tempestiva degli incendi boschivi attraverso attività coordinate e il supporto di tecnologie avanzate. Ogni presidio fisso è situato in un punto di osservazione strategico in genere su un’area elevata, da cui volontari della Protezione civile e personale specializzato possono monitorare costantemente il territorio circostante. I Presidi sono dotati di telecamere a circuito chiuso con visione notturna e zoom per il controllo a distanza, oltre a sensori di calore e fumo che rilevano eventuali anomalie nelle condizioni ambientali. Il personale dei presidi mantiene una comunicazione costante con la sala operativa della Protezione Civile e con altre forze di intervento. In caso di avvistamento di un incendio, viene immediatamente attivato un protocollo di emergenza: la posizione del focolaio e le sue caratteristiche vengono segnalate, e sul posto vengono inviati mezzi di pronto intervento.
Se l’incendio è di particolare gravità, le operazioni di spegnimento sono dirette dal Dos (Direttore Operazioni di Spegnimento). In caso di necessità, il Dos può richiedere l’intervento di mezzi aerei della Regione. Se questi non sono sufficienti, la Regione, tramite la Soup (Sala Operativa Unificata Permanente), può richiedere l’intervento della flotta aerea dello Stato. Il presidio può anche fungere da punto di raccolta per i soccorsi e da centro di coordinamento temporaneo, organizzando le operazioni di spegnimento e fornendo supporto logistico agli operatori sul campo. Il presidio fisso antincendio di Castellaneta rappresenta, quindi, un modello efficace di prevenzione e gestione degli incendi boschivi, grazie all’uso combinato di tecnologia, sorveglianza attiva e cooperazione tra le autorità competenti. La Legge n. 353 del 2000 rimane uno strumento cruciale per la protezione delle aree boschive e delle zone di interfaccia, ma la sua efficacia dipende da un impegno costante e coordinato tra cittadini, istituzioni, organizzazioni di volontariato e amministrazioni locali.
Dario Bellone de Grecis
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Testata: Buonasera
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