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Il commento

Entusiasmo per la Feltrinelli nella città dove le librerie chiudono

Un segnale con molti significati

Feltrinelli

Il taglio del nastro alla Feltrinelli, in via Di Palma

Un autentico bagno di folla ha accolto l’inaugurazione della libreria Feltrinelli in via Di Palma. Un evento impreziosito dalla presenza di Carlo Feltrinelli, dell’amministratrice delegata Alessandra Carra, degli scrittori Antonella Lattanzi e Nicola Lagioia, della giornalista Florinda Fiamma, e della cantautrice Erica Mou.

Buon segno questo entusiasmo. Buon segno soprattutto se  questa apertura può essere un importante segnale di risveglio in una città che negli ultimi anni ha visto chiudere librerie storiche, come Filippi e Mandese di via D’Aquino, importanti come Ubik, coraggiose come Gilgamesh. Tutti presìdi andati perduti, la cui chiusura ha contribuito a impoverire culturalmente una città che deve affrontare problematiche ormai strutturali come il numero di laureati tra i più bassi in Italia e comunque agli ultimi posti delle graduatorie sulla qualità della vita per offerta culturale, fatta eccezione per i grandi eventi musicali che riescono a calamitare presenze anche da fuori città e provincia.

L’apertura della Feltrinelli colma fisicamente il vuoto lasciato da uno storico e prestigioso negozio di abbigliamento e questo è un altro segnale importante per il Borgo, afflitto da una desertificazione demografica e commerciale agevolata dall’assenza di concrete politiche di rivitalizzazione. Uno spazio che si riempie in quello che un tempo era considerato il salotto delle città ma che oggi deve fare i conti con le tante vetrine vuote e impolverate e con l’impoverimento complessivo dell’offerta commerciale.

Per questi motivi, dunque, questa apertura in pieno centro non può che essere salutata con piacere. Il tempo dirà se si tratta soltanto della mera occupazione di uno spazio di mercato propria delle grandi catene o se, effettivamente, contribuirà a ridestare interesse autentico per i libri e per la lettura. Se così fosse - e questo è l’auspicio - ne potrebbero trarre beneficio anche le librerie indipendenti superstiti, alla ricerca di nuove e coraggiose strade per vincere la sfida dei tempi. Magari dedicando anche a loro quella stessa attenzione istituzionale solitamente riservata ai grandi eventi.

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