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Il punto

La famigerata chat della maggioranza

La lite interna sul Taranto calcio

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La chat di whatsapp protagonista a Palazzo di Città

È bastato il grande entusiasmo suscitato dal Taranto in questo rocambolesco quanto miracoloso campionato di serie C per scatenare di nuovo tensione nella maggioranza del sindaco Rinaldo Melucci. Tutto via chat, naturalmente. Perché whatsapp è ormai una appendice nell’appendice, è l’icona più cliccata sul nostro smartphone. E anche la politica si è adeguata. E così, mentre l’Atalanta conquistava l’Europa League, a Taranto sono bastati alcuni commenti di consiglieri comunali sulla necessità – a scopo di consenso – di stare più vicini al Taranto per scatenare la stizzita reazione del sindaco, che addirittura ha abbandonato la famigerata chat della maggioranza. È in questa chat che si consumano spallate e tradimenti, è qui che si disegnano i tanto reclamizzati “perimetri” entro i quali bisogna muoversi. Insomma, la chat della maggioranza è un po’ la versione virtuale degli intrighi di palazzo. Chi esce fuori dal seminato esce dalla chat, quindi esce fuori dalla maggioranza. Cartellino rosso, per restare in tema calcistico. Questa volta ad autoescludersi è stato addirittura il sindaco. Nel corso dei mesi abbiamo assistito a una girandola di espulsioni, riammissioni, uscite e rientrate a capo chino. Insomma, la chat della maggioranza è la vera agorà – ma riservata ad eletti con pedigree certificato - dove si decidono le sorti politiche dell’amministrazione comunale. Un po’ come Porta a Porta di Bruno Vespa è considerata la Terza Camera del Paese. Ora che la chat aveva superato la fatidica soglia dei diciassette membri, ad abbandonarla è proprio il sindaco. Verrebbe da sorridere, se non fosse che parliamo dell’amministrazione della città.

Chissà cosa sarebbe stato della congiura di Catilina, del tradimento di Bruto o del Gran Consiglio del 25 luglio se a quei tempi ci fosse stata whatsapp. Immaginiamo Mussolini a tenere sott’occhio la chat ufficiale, sospettando di una chat parallela e clandestina dove magari Dino Grandi faceva febbrilmente la conta dei voti.

Forse la Storia avrebbe preso un’altra piega; a Taranto magari la storia prendesse un’altra piega. Con o senza whatsapp.

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